E’ successo ieri, venerdì 24 gennaio nel primo pomeriggio a Legnano: il dipendente di un’officina meccanica all’improvviso ha accusato un malore, poiché colpito da arresto cardiaco.
Subito soccorso dai colleghi che gli hanno praticato il massaggio cardiaco, l’uomo è stato assistito poi dai sanitari di un’automedica, che lo hanno trasportato all’ospedale Mater Domini continuando ad esercitare su di lui le manovre di rianimazione.
Ma perchè nessuno ha pensato di ricorrere, nell’emergenza, al DAE installato alla chiesa di San Giovanni, a soli 700 metri dall’officina?
Un altro caso di mancanza di informazione, di scarsa cultura a proposito dell’impiego e della diffusione dei defibrillatori, cui nessuno ha pensato nemmeno ieri. “Scarsa informazione, scarsa cultura e mancanza di applicazione delle norme previste dalla legge 116/2021, da più di tre anni in attesa dei decreti attuativi”, commenta oggi Mirco Jurinovich presidente dell’associazione “Sessantamilavitedasalvare” Alto Milanese, che ha raccontato l’episodio.
“Questi apparecchi risultano spesso invisibili, come fossero avvolti da una fitta nebbia, a causa della mancata introduzione dell’app nazionale prevista dall’art.7 della citata legge 116. E pensare che in Emilia Romagna esiste l’app DAE Responder dal 2017 per allertare in caso di bisogno le persone che sanno usare un dispositivo salvavita, resesi disponibili con un’iscrizione alla app, e dove trovarlo.
L’applicazione Progetto Vita rende visibile la mappa dei DAE a livello nazionale e locale, cui tutti dovrebbero essere indirizzati in automatico quando serve, come succede in Emilia”, spiega Jurinovich.
Quando una segnalazione di malore arriva alla centrale operativa, come quella della Croce Rossa, l’app manda un alert a tutti gli iscritti più vicini al luogo del bisogno e al DAE di riferimento.
Jurinovich con altri volontari da anni promuove le installazioni dei DAE sul territorio e, grazie a “Sessantamilavitedasalvare”, tutti i Comuni dell’Alto Milanese si sono ormai dotati di defibrillatori, sia all’esterno, vicino a luoghi di incontro e socializzazione, come palestre e scuole, sia all’interno di più strutture. Ma è come se nessuno, nel momento del bisogno, se ne ricordasse.
DAE Responder usata in Emilia in automatico allerta chi di dovere, accorciando i tempi dei soccorsi che aumentano le possibilità di sovravvivenza di chi è stato colpito da un arresto cardiaco, frequente anche tra i giovani.
Di poche ore fa è la notizia di un decesso, a Rescaldina, di un 65enne colpito da arresto, a 50 metri da un DAE pubblico in via Tintoretto, come sembrerebbe rimasto inutilizzato nella sua teca.
Se in principio è stato necessario convincere enti e associazioni dell’importanza della diffusione dei defibrillatori, che sono facili da usare, oggi è urgente richiamare l’attenzione su dove si trovano installati, e pronti a salvare vite. O quanto meno a provarci.