Che questo 2020 regalerà un Natale diverso dall’abitudinario è ormai un dato di fatto, e a testimoniarlo sono anche le tendenze acquisto degli italiani dei regali da porre sotto l’albero.
Primi tra tutti gli articoli di “homewear”, con l’abbigliamento per il tempo libero che ha assunto una parte molto importante all’interno degli armadi dei più: dalle fibre più preziose come il cachemire e la seta, a quelle più comuni come cotone e microfibra, per pigiami, tute, completi da casa, pantaloni sportivi, pantofole che rendono più pratica e comoda la quotidianità.
Con una maggiore presenza tra le pareti domestiche, molto richiesti sono anche oggetti per la casa e il benessere mentale e spirituale, come candele e brucia-essenze per profumare le abitazioni e creare calde atmosfere, le coperte terapeutiche sensoriali che migliorano la qualità del sonno con effetto tranquillizzante antistress, kit per gli hobby, come la maglia, il modellismo, il giardinaggio, buoni per massaggi o ingressi alle SPA, sanificatori per appartamenti e, per i più sportivi, tappetini yoga, cuscini da meditazione, oggetti per il fitness.
Anche la cucina è stata riscoperta: “complice” il molto più tempo passato in casa, apprezzatissimi quindi i robot da cucina ultra automatizzati adatti anche ai principianti, e gli accessori più rari e particolari per ottenere manicaretti da chef.
Chi non ha la possibilità di lavorare in remoto, in quest’anno così particolare, ha scelto in larga maggioranza di portare il pranzo da casa. Tra i regali più gettonati ci sono così anche porta-pranzo ermetici e thermos, con indicatore esterno di temperatura.
Sempre apprezzatissimi e al primo posto i cesti natalizi con prodotti alimentari e vini di alta qualità, o gli oggetti unici e di design, così come i libri che con la pandemia in corso stanno tornando preponderanti in cima ai gusti degli italiani.
E per il classico “pensierino”? Quest’anno la tendenza sono le mascherine eleganti o originali, i portagel o prodotti da bagno come saponi, bagnoschiuma e prodotti sanificanti ma, a differenza del passato, assolutamente naturali e cruelty free, possibilmente di brand che devolvano parte del ricavato ad associazioni ambientaliste, strizzando l’occhio al pianeta e alla sua conservazione.
Silvia Ramilli