“Con 1.041 vittime sul lavoro si chiude il bilancio 2023 delle morti sul lavoro nel nostro Paese. E così, a noi che da quasi quindici anni ci occupiamo di monitorare l’emergenza in Italia, passata l’onda dell’emergenza Covid, non resta che assistere ad un implacabile e terribile “déjà vu”. Non ci sono parole per commentare una situazione che non accenna a cambiare nonostante il maggior rilievo dato a questi drammi da istituzioni e media ma, anzi, stando ai dati, nel 2023 gli infortuni in occasione di lavoro sono aumentati del +1,1% rispetto al 2022. E ciò significa che i lavoratori nella loro quotidianità lavorativa non sono abbastanza tutelati”, commenta così il numero delle morti sul lavoro registrato nel 2023, Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, in una nota diffusa in questi giorni.
Le preoccupazioni sono estese anche ai lavoratori stranieri, “una categoria che si conferma soggetta ad un rischio infortunistico molto più elevato, con un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale, in ragione spesso di una non adeguata formazione sulla sicurezza”
In una mappa pubblicata da Vega, le regioni a maggior rischio di infortunio mortale, in zona rossa con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria. In zona arancione: Sicilia ed Emilia Romagna. In zona gialla: Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino Alto Adige.
Le regioni più sicure, in zona bianca, sono: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta.