C’è chi aspetta Sanremo per la musica, chi per gli abiti, chi per le polemiche.
E poi ci sono i veri gourmandes che lo aspettano per ricordare al mondo che l’unico oro verde degno di nota non è un vestito sul palco dell’Ariston, ma quello che scivola sensuale su una trofia perfettamente al dente: sua maestà il pesto.
Ecco la ricetta originale del pesto alla genovese:
50 g di foglie di basilico di Prà
2 spicchi di aglio di Vessalico
15 g di pinoli italiani
35 g di parmigiano reggiano 24 mesi
15 g di pecorino sardo
100 ml di olio extravergine di oliva ligure
Sale grosso q.b.
Procedimento:
Mettere nel mortaio l’aglio e il sale grosso, pestare con amore, non con la furia di chi sta cercando parcheggio sabato sera in centro.
Aggiungere i pinoli e basilico, schiacciando con movimenti rotatori. Aggiungere i formaggi grattugiati e infine l’olio a filo.
Il frullatore sarebbe bandito, la Liguria inorridirebbe, ma se proprio non se ne può fare a meno, utilizzarlo ad impulsi e con le lame fredde per non rovinare la salsa.
Servire con il giusto formato di pasta.
Ma qual è il giusto formato di pasta da utilizzare?
Il dibattito è più acceso delle polemiche sul televoto.
I TESTAROLI sono la tradizione. Si trovano con difficoltà, nella grande distribuzione, ma una volta provati con il pesto non se ne potrà più fare a meno.
Non vanno lessati: si scottano con la salsa e sono pronti.
Particolari e incredibilmente buoni.
LE LINGUINE sono la certezza. Sempre presenti, sempre affidabili, perfette per chi ama il classico senza sbagliare. L’ equivalente gastronomico di un grande pezzo pop con orchestra.
LE TROFIE sono come il rock’n’roll: piccole, irregolari, ruvide, trattengono il pesto in ogni incavo.
Per chi vuole una vera esperienza ligure moderna, sono la scelta giusta.
Ma alla fine, se il pesto è fatto come si deve, potrebbe anche essere spalmato sulla copia del regolamento del Festival e sarebbe comunque una goduria.
E mentre Carlo Conti annuncerá il vincitore della settantacinquesima edizione del festival di Sanremo, e gli orchestrali si spelleranno le mani dagli applausi, gli italiani si ricorderanno che l’unico vero trionfo è quello del pesto sulle loro tavole.