Nuove rivelazioni, nuovi dettagli sul modus operandi del medico Leonardo Cazzaniga, del Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno, accusato di aver ucciso undici pazienti con dosi massicce di anestetici, e tre parenti della sua compagna, l’infermiera Laura Taroni, rese ieri mattina alla Corte d’Assise del Tribunale a Busto Arsizio, dall’infermiera Jessica Piras, che lavorò con lui e con la Taroni.
Nelle dichiarazioni dell’infermiera sono stati descritti i metodi di Cazzaniga, che era solito utilizzare con estrema facilità farmaci di ogni genere, per trattare i malati terminali e gli anziani, apostrofandoli anche con frasi ben poco dignitose e senza umanità.
Nel racconto della Piras, i casi più gravi per il medico erano “catorci”, di cui sembrerebbe fosse ben lieto di occuparsi con i mix di farmaci letali. Secondo l’infermiera, Cazzaniga non nascondeva il suo modo di operare, non usava cure palliative, non aveva pietà per i casi più gravi, ed è stato impossibile lavorare con lui per numerosi colleghi.
L’infermiera Piras ha spiegato di aver più volte parlato, di quanto stava accadendo nel nosocomio, con altri medici e primari dell’ospedale, ma di non essere stata creduta. Sembra anche che alcune sue dichiarazioni non siano state approfondite, tempo fa, nemmeno dai Carabinieri.
Quanto affermato dalla testimone adesso sarà nuovamente vagliato da parte dei giudici.