E’ stato pubblicato nelle scorse ore dalla direzione del Parco del Roccolo un comunicato che annuncia la decisione dei sindaci dei Comuni del Parco, tra i quali Canegrate che ne è capofila, di essere pronti a costituirsi come parte civile nel processo ai responsabili di sversamenti di sostanze tossiche, nelle aree agricole.
Come si legge in una nota, le indagini, ancora in corso, sono coperte dal segreto istruttorio e quindi non è ancora possibile sapere se anche il Roccolo è tra i territori “vittime” di questo particolare crimine ambientale.
“Con riferimento alla recente notizia dell’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura di Brescia, sull’utilizzo in agricoltura di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti, si comunica che l’Ente gestore del Parco del Roccolo non è a conoscenza di eventuali terreni agricoli dove sarebbe avvenuto tale spandimento, in quanto, come noto, gli atti di indagine sono coperti dal segreto. Tuttavia, se lo spandimento fosse confermato anche nei terreni agricoli del Parco, il Comitato di Coordinamento (Assemblea dei Sindaci) è pronto a costituirsi come parte civile nel processo che seguirà alle indagini”, il testo della nota firmata dal sindaco di Canegrate, Roberto Colombo, ente locale capo-convenzione del Parco del Roccolo.