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Parabiago – Il crack di un’immobiliare strascina con sé cinque famiglie

(Foto da web - Edilone.it)

Oltre il danno la beffa? Non soltanto: oltre il danno la mancata applicazione di una legge, quella a tutela dei cittadini in caso di fallimento immobiliare. Succede a Parabiago, dove cinque famiglie stanno rischiando di perdere soldi e casa, in seguito al fallimento dell’impresa Immobiliare Sant’Ambrogio.

Il Tribunale di Milano ha aperto la procedura di liquidazione dell’immobiliare, in sede di sezione fallimentare, a marzo dello scorso anno. Oggi alle famiglie che abitano nella palazzina, realizzata dalla Sant’Ambrogio, è stato di fatto chiesto di lasciare i rispettivi nuclei abitativi, perché saranno messi all’asta.

E il diritto di prelazione? E ancora prima: l’obbligo di legge di garantire con fideiussione i soldi anticipati dai promissari acquirenti? Silenzio. Nulla è riconosciuto, leggi e diritti a tutela dei condomini sono stati come triturati nell’ingranaggio complesso, quanto inaccettabile, di un crack fallimentare, distribuito sulla pelle di ignari cittadini.

Nella palazzina risiedono attualmente, colpiti direttamente da un fallimento che formalmente non è loro, una donna con due bambini, due giovani donne che abitano da sole, un architetto, e un’ultima famiglia con un figlio, nucleo familiare questo assistito da Assocond Conafi.

“E’ il tipico caso di cinque appartamenti venduti sulla carta, senza però applicare l’obbligo di legge di garantire con fideiussione i soldi anticipati dai promissari acquirenti, che quindi da subito hanno rischiato, e infatti poi perso i loro soldi, trovandosi oggi intrappolati, loro malgrado, nella procedura fallimentare”, spiega Riccardo De Benedetti, vicepresidente di Assocond Conafi.

Alla richiesta avanzata dall’Associazione dei Condomini al curatore fallimentare, un avvocato di Milano, di riconoscere il diritto di prelazione alla famiglia assistita, è stato risposto con la richiesta di indennità di occupazione di 8mila euro, che la famiglia in questione ha corrisposto, vedendosela però restituire.

“Il curatore non ha accettato l’indennità versata dalla famiglia perché significherebbe ammettere che l’abitazione non è vuota, e che deve essere applicato il diritto di prelazione. Ma la prelazione manda deserte le aste. Senza prelazione le case si vendono prima e meglio”.

Il curatore fallimentare non può non riconoscere i diritti dei condomini. Servirà parlarne?

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