Oggi molti preferiscono utilizzare Internet per tenersi aggiornati e informarsi, ma come si fa a scoprire se una notizia è una bufala? Ci sono migliaia di blog che per attirare clic cercano di pubblicare notizie sensazionali, spesso riprendendole da altri siti senza verificarne l’affidabilità. Questa guerra dei clic ha portato a una riduzione della qualità dell’informazione perché molte cose vengono riportate senza controllarne le fonti.
Può trattarsi di una terapia miracolosa che cura un male incurabile, di un evento catastrofico che ha colpito una comunità inerme, della prematura dipartita di un VIP o molto altro. È molto importante quindi non prendere subito per vero tutto quello che si trova su Internet e adottare alcuni comportamenti per verificare l’attendibilità di quello che leggiamo.
In seguito al dibattito politico di questi giorni tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Google ha deciso di aggiungere alle notizie che vengono pubblicate in Google News il nuovo tag ‘Fact Check’, che letteralmente vuol dire «verifica dei fatti», e offrendo il link dove è possibile verificare l’argomento.
Questa funzione è per ora disponibile sono nella versione statunitense e in quella inglese di Google News, ma presto lo sarà anche su altre edizioni. Nell’attesa possiamo comunque seguire alcuni semplici consigli per verificare da soli la veridicità di quello che troviamo su Internet.
La prima cosa da fare è naturalmente controllare il sito da cui si sta apprendendo la notizia. Per verificarne l’attendibilità il primo passo è quindi fare una ricerca su Google affiancando il nome del sito in questione a quello di una parola come «satira». In questo modo si può effettuare una prima verifica se il sito è stato classificato da qualche parte come diffusore di notizie false. Spesso si incappa in blog che storpiano il nome di vere testate, come ad esempio il giomale.it e simili: con il colpo d’occhio privo di concentrazione da parte del lettore, la bufala e’ servita!
Verificare poi l’esistenza di una seconda fonte affidabile che riporta la stessa notizia. Se un fatto è ripreso anche dai grossi quotidiani nazionali, è probabile che sia vero, anche se oggi non ci si può fidare totalmente di nessuno perché anche le grandi testate a volte cadono nel tranello del facile scoop.
La terza cosa da fare è controllare l’argomento sui siti che pubblicano solo notizie verificate o riportano le bufale come ad esempio FactCheck.org, FullFact.org, Snopes.com, Bufale.net e altri ancora. Le notizie pubblicate sul Web sono quasi sempre corredate di un’immagine. Usando la ricerca inversa delle immagini di Google andando su images.google.com è possibile trovare immagini simili, siti contenenti la stessa immagine e immagini uguali ma con dimensioni differenti. In questo modo è possibile risalire alla reale origine della foto che potrebbe essere totalmente differente al contesto.
A volte invece le immagini possono essere state modificate con Photoshop. Per capire se una foto è stata contraffatta, cercare una colorazione strana sullo sfondo e che non ci siano ombre e riflessi che non corrispondono alle immagini. Spesso si utilizzano immagini di bassa qualità proprio per nascondere l’inganno, ma oggi anche un telefonino è in grado di realizzare una buona foto. Per dare credito a una notizia spesso vengono utilizzati nomi di fantomatici esperti o dottori pluri premiati, ma spesso si tratta di nomi inventati o di persone senza alcun titolo. Anche in questo caso basta fare una veloce ricerca su Google per verificare l’esistenza o meno di queste persone. L’ultimo consiglio è naturalmente quello di usare il buon senso. Se qualcosa è troppo sensazionale o troppo assurda per essere vera, molto probabilmente non lo è. Chi pubblica notizie false, a volte, lo fa puntando proprio sulla disperazione delle persone che vogliono appellarsi a qualche speranza o sui disfattisti che cercano conferme e sostegno alla loro negatività.
FONTE: laleggepertutti.it
CURIOSITA’: Perche’ si dice “bufala” di una notizia o di un evento falsi?
Secondo il Vocabolario della Crusca, citato da wikipedia, “bufala” deriva dall’espressione “menare per il naso come una bufala”, ovvero portare a spasso l’interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l’anello attaccato al naso. Secondo Giorgio De Rienzo, invece, la parola deriva dal dialetto romanesco, e sta ad indicare, in analogia all’animale, una “persona ottusa e rozza”. Il vocabolo potrebbe però anche derivare dalla bufalata, una festa senese o fiorentina dove venivano fatte correre le bufale, occasione, secondo il Vocabolario della Crusca, per giostre, tornei e mascherate. Secondo altre fonti, infine, nella Roma Antica la carne più pregiata era quella di maiale. Era la più ricercata nei mercati e nelle osterie. Chi non se la poteva permettere optava per la seconda scelta: quella di vacca. Animale poco allevato e quindi dalla carne abbastanza pregiata. Spesso i macellai cercando di imbrogliare i clienti per guadagnare qualche soldo in più, smerciavano al posto della carne di mucca quella di bufala (animale allora molto diffuso e largamente allevato), considerata meno buona. Dalle lamentele dei clienti che si accorgevano della truffa, deriverebbe l’ espressione “E’ una bufala!”, per dire che non era carne di mucca e, quindi, non era carne pregiata.