Lo prevede il Codice della strada e potrebbe scattare dall’1 gennaio 2025 l’adeguamento del 6% all’inflazione anche per le multe prese in strada.
Ulteriori rincari in arrivo, quindi, se il governo centrale non interverrà.
La denuncia di quanto potrebbe accadere è stata presentata in questi giorni da Assoutenti, prospettando il ritocco alle sanzioni previsto dal Codice della strada nell’articolo 195, in aggiornamento ogni due anni all’inflazione, che già pesa per gli italiani su tutto il resto dei prodotti. Tale aggiornamento era stato sospeso quest’anno valutando ancora le conseguenze dell’emergenza Covid.
Per fare qualche esempio, un divieto di sosta potrebbe essere multato per 45 euro anziché i 42 di oggi, il passaggio con il semaforo rosso potrebbe passare da 167 a 177 euro, il superamento dei limiti di velocità da 10 a 40 km/h, da 173 a 183 euro.
Da Assoutenti una considerazione: le violazioni stradali devono sì essere perseguite per la sicurezza di tutti, ma l’aumento delle multe non fa prevenzione. Una proposta per il governo: “Un piano educativo biennale nelle scuole superiori rivolto alla sicurezza stradale, che può dare più risultati di un aggiornamento delle sanzioni amministrative. Per questo rivolgiamo un appello al governo Meloni affinché blocchi l’aggiornamento delle sanzioni così come fatto per gli ultimi due anni, ed eviti l’ennesima stangata a carico degli automobilisti italiani”, propone Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti.
E l’Unione consumatori rincara la dose sulla questione, per così dire. Come si legge in una nota, dal primo gennaio 2025 si rischia una stangata senza precedenti sulle multe stradali, con un rialzo che potrebbe arrivare al 17,6%. Nel 2022, infatti, il Governo con la Legge di bilancio del 2023 (articolo 1, comma 497, Legge 29 dicembre 2022 , n. 197), “in considerazione dell’eccezionale situazione economica … per gli anni 2023 e 2024” aveva soltanto “sospeso l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie” previsto dall’articolo 195 del Codice della strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), non lo aveva annullato.
In teoria, quindi, ora le multe potrebbero essere adeguate non soltanto rispetto alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati degli ultimi due anni, ma potrebbero essere recuperati anche i due anni precedenti, dal 2020 al 2022. In tal caso, se prevalesse questa interpretazione, considerando l’ultimo indice dell’indice Foi disponibile, quello di settembre 2024, il balzo arriverebbe addirittura al 17,6 per cento.