E’ successo nella giornata di ieri, mercoledì 27 aprile: i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano e del locale ROS – Reparto Anticrimine ed il Comando Polizia Penitenziaria presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera hanno arrestatto trenta persone a Milano e nelle province di Pavia, Varese, Sassari e Catania, rintenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti, riciclaggio, estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, commessi nel territorio Lombardo ed in Spagna.
I Carabinieri sono arrivati ai soggetti arrestati, alcuni accompagnati in carcere, altri posti ai domiciliari, dopo una serie di indagini avviate nel 2019, che hanno permesso di ricostruire una rete per il traffico di sostanze stupefacenti, con vere e proprie piazze di spaccio, all’interno dell’istituto penitenziario di Opera (MI), con il coinvolgimento di familiari dei detenuti i quali, oltre a curare l’introduzione in carcere della droga e dei telefoni cellulari, avrebbero garantito il collegamento con esponenti di spicco di gruppi organizzati operanti, in particolare, nella zona di Rozzano (MI), Milano (nei quartieri Barona, Gratosoglio, Comasina e Quarto Oggiaro), Pavia, nel territorio della Campania, dell’Emilia Romagna, con diramazioni anche in Spagna (in particolare nelle città di Malaga e Barcellona).
Come si legge in una nota diffusa dall’Arma, in Spagna stazionavano due degli indagati ritenuti gli organizzatori delle spedizioni della droga verso il territorio italiano, ai quali gli acquirenti facevano pervenire dall’Italia, mediante corrieri, il denaro necessario al pagamento dei carichi di stupefacente (in larga parte hashish e marijuana) destinato alle piazze di spaccio milanesi.
Aldilà del volume di droga movimentata e smerciata, le indagini hanno permesso di accertare studiati moduli organizzativi interni al sodalizio, attuati proprio col fine di minimizzare i danni connessi agli interventi di magistratura e forze dell’ordine. Il gruppo, infatti, si è articolato in “sotto-strutture” le cui reciproche comunicazioni, necessarie al coordinamento delle comuni attività illegali, erano mascherate con il ricorso a comunicazioni non intercettabili.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 240.000 euro in contanti e 329 kili di sostanze stupefacenti tra cocaina, hashish e marijuana.