Dal mais alla plastica riciclata, dalla fibra ottica fino ai sensori e al grafene, materiali biodegradabili e riciclabili per realizzare tessuti antibatterici, auto-pulenti, profumati, rilassanti, termoregolatori, tessuti che cambiano colore e che rilevano parametri di salute, così la moda cambia volto e diventa funzionale.
I nuovi materiali che stanno rivoluzionando il mondo della moda si orientano sempre più sulla sostenibilità e la riconversione, con forte impatto sull’ambiente. Nuove frontiere per un settore da sempre all’avanguardia proiettato a un futuro che sperimenta; un mix di ricerca e tecnologia per la creazione dei tessuti.
Diverse aziende del settore in epoca recente hanno già iniziato a produrre capi realizzati con materiali sostenibili di ri-uso e riciclo come H&M, Uniqlo, Yoox o designer d’alta moda come Filippo Bruno di Tornaforte, head design di Karl Lagerfeld denim sposando il sogno di Lagerfeld che già in passato diede corpo alla sua visione proiettata alla salvaguardia del pianeta.
Tra i materiali allo studio, sembra dare buoni risultati il grafene, fogli bidimensionali composti da atomi di carbonio che può’ essere utilizzato per creare tessuti che regolano la temperatura corporea, e in grado di leggere i parametri vitali.
Anche gli scarti del mais lavorato seguendo processi sostenibili (senza impiego di solventi, a basso consumo d’acqua, basso impatto energetico) sembrano garantire buoni risultati come presentato dall’azienda Vigevanese Fiscatech che dalla lavorazione del mais ha realizzato un prodotto perfetto per pelletteria e e calzature di fascia alta, totalmente vegan, morbido e leggero in grado di sostituire la pelle.
Dal nylon dalle reti da pesca rinasceEconyl, un prodotto impiegato da Prada e da Mercedes nel settore dell’automobile, così come il PET riciclato impiegato da Speedo nella realizzazione di costumi da bagno o maglie destinate a squadre di calcio di serie A.
La moda post Covid si avvia quindi verso la salvaguardia e la conservazione della flora e della fauna di un pianeta che sembra riprendere respiro, nel momento di pausa forzata dell’essere umano.
Silvia Ramilli