venerdì, 7 Febbraio 2025
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“Mamma vado a vivere da solo”: a Legnano una casa ex bene della mafia diventa luogo di inclusione

Ampi locali pieni di luce, stanze di grande accessibilità: è stata presentata questa mattina a Legnano una nuova abitazione destinata alle persone con disabilità, che vogliono imparare a vivere in autonomia.

L’appartamento, dalla particolare valenza sociale, ha anche un secondo obiettivo: rendere fruibile alla comunità del territorio, e non soltanto legnanese, una dimora di quelle sottratte alla criminalità organizzata.

Si chiama “Casa nostra” l’appartamento progettato da ANFFAS Legnano con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, che dalla prossima settimana accoglierà i primi soggetti intenzionati in quelle stanze a sperimentare la propria autonomia, secondo il progetto “Scuola delle autonomie”.

Potranno frequentare la casa le persone con disabilità che vorranno provare a vivere una quotidianità normale in autonomia rispetto alle famiglie di origine, o ai centri educativi. La casa sarà aperta a queste persone a rotazione, per un certo periodo, a chi vorrà utilizzarla di giorno, a chi vorrà trascorrervi la notte, a chi ne beneficerà nel fine settimana.

Sotto ogni angolazione il progetto rappresenta un’occasione di inclusione vera, su misura per chi vorrà sperimentare la propria autonomia per fare la spesa, cucinare, rifarsi il letto, tenere pulite e in ordine le proprie cose e i locali dell’appartamento messo a disposizione. Potranno accedere anche soggetti dei dintorni, non soltanto cittadini di Legnano.

“Il progetto è politico, perchè condiviso negli obiettivi dai sindaci della zona, con l’impegno a recuperare i beni della mafia da restituire alle comunità dei cittadini onesti”, ha detto il sindaco Lorenzo Radice.

“Casa nostra coinvolge anche altri soggetti, ed è interessante ed importante la collaborazione vivace di più realtà, che offrono più soluzioni ai bisogni”, ha detto Anna Pavan, assessore ai Servizi sociali.

Nella casa potranno abitare una decina di persone di giorno, con due educatori presenti, e cinque di notte, con un educatore presente.

“E’ un bel sogno che si realizza. Sostenere le autonomie e farle funzionare abbatterebbe anche i costi che si spendono per il sociale. Oltre ad offrire indipendenza in un ambiente confortevole e tranquillo, dove ragazze e ragazzi disabili possono sviluppare e potenziare le loro abilità, in uno spazio condiviso, tutt’altro che ai margini della città e della sua vita”, il commento di Francesca Fusina, presidente di ANFFAS Legnano.

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