Con la sua “Love parade” in Hollywood Boulevard, a Los Angeles, la Maison Gucci ha festeggiato 100 anni con il primo show in presenza post pandemia. “Una sfilata che sembra uscire dai set dei film e riversarsi nelle vie cittadine”, come ha sottolineato il Direttore Creativo della Maison Alessandro Michele.
Non soltanto modelli e modelle, ma anche vere e proprie star a sfilare sulla Walk of Fame, come Jared Leto, Macaulay Culkin, la cantautrice St. Vincent, l’artista Miranda July, davanti ad un parterre di tutto rispetto con Miley Cyrus, Billie Eilish, Gwyneth Paltrow, Diane Keaton, Dakota Johnson, Serena Williams.
Un défilé di piume, paillettes, balze, top in vinile, pellicce colorate, pizzi, strascichi, completi doppiopetto e occhiali da divi in totale stile hollywoodiano, una moda che regala quotidianamente la possibilità di cambiare pelle come gli attori sui set, ma anche quello strettissimo legame tra strada e moda dove l’una non può esistere senza l’altra e dove si trae reciprocamente ispirazione.
“Nella cosmogonia americana, è bellissimo come alcuni capi perdano il loro significato iniziale per trasformarsi in altro, io ho utilizzato cappelli come oggetto seduttivo, di grande liberazione, perché li ho visti nei club queer, hanno un po’ sbeffeggiato il mondo del cinema e sono finiti sulle teste di tutti. I copricapo da cowboy in questo senso sono un esempio di come il mondo americano abbia regalato alla moda veri pezzi iconici attraverso il cinema e i movimenti politici, è stato ispiratore di quelle che sono autenticamente mode, qui le strade hanno fatto più delle passerelle e io ho fatto moda per la strada, in qualche maniera mi sento più vicino a questa immagine, che tendo a fare uscire dal teatro della passerella”, racconta Michele.
Tra le star presenti alla sfilata anche Janaya Khan, leader del movimento Black Lives Matter, ricordato anche con una scritta apparsa su Hollywood Boulevard.
“La moda, l’arte, hanno il dovere di dar voce a ciò che c’è fuori nella strada. Ed è anche questo un segno dei tempi perché non si può riportare il mondo al passato, non ci sono riusciti dopo la rivoluzione francese e in altre occasioni: il mondo non cambia perché lo decide la politica, ma la comunità. E se guidare il cambiamento non è compito della moda, rimane imprescindibile la relazione tra la moda e la vita”, ha detto il designer.
I festeggiamenti sono proseguiti dopo la sfilata, con un after-show live dei Maneskin, sempre più presenti sulla scena USA dopo l’annuncio della loro partecipazione al concerto dei Rolling Stones.