Il sistema moda globale è in ritardo di ben otto anni sulla strada verso la sostenibilità. Questo il dato allarmante emerso dal rapporto “Just Fashion Transition 2024”, presentato durante il Venice Sustainable Fashion Forum.
Lo studio, condotto da esperti di sostenibilità e analisti di settore, evidenzia come l’industria della moda stia affrontando una serie di ostacoli che ne rallentano i progressi, sollevando grossi dubbi sull’effettiva possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati per una moda più sostenibile.
Negli ultimi anni il sistema “fast fashion” che ha rappresento una grande rivoluzione nel mondo della moda, rendendo le tendenze accessibili a milioni di persone in tutto il pianeta, è finito sotto i riflettori per il suo forte impatto ambientale mostrando i suoi limiti.
Le aziende del settore producono migliaia di capi ogni anno, a prezzi bassissimi destinati al low cost con ritmi di consumo ormai completamente insostenibili diventando tra i principali inquinatori a livello globale.
Il processo di produzione di questi capi e accessori consuma grandissime quantità di risorse naturali oltre ad emettere un’enorme quantità di gas serra.
Secondo le stime della Ellen MacArthur Foundation, l’industria della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di carbonio, superando addirittura settori come il trasporto aereo e marittimo messi insieme.
A questi dati giá di per se allarmanti si va ad aggiungere la questione dei rifiuti tessili che ogni anno vengono smaltiti nelle discariche o inceneriti, aggravando la situazione, in quanto molti dei materiali sintetici impiegati mel processo produttivo non sono biodegradabili.
La fast fashion si basa sulla creazione continua di nuove collezioni alimentando un consumo compulsivo sempre maggiore con gli acquirenti che attualmente comprano il 60% di capi in più rispetto a 15 anni fa, indossandoli a volte anche solo per una stagione con un aumento esponenziale della quantità di rifiuti tessili prodotti.
Il futuro della moda richiede a gran voce un cambiamento radicale.
Alcuni marchi stanno già puntando a reinventarsi attuando produzioni e creando collezioni più sostenibili, con l’utilizzo di materiali riciclati e una maggiore trasparenza nelle filiere produttive.
Ma il cambiamento dovrà necessariamente partire oltre che dalle Maison anche dai consumatori che se vorranno cambiare le cose dovranno optare per capi di qualità durevoli, scegliere materiali sostenibili, comprare di seconda mano e ridurre il consumo compulsivo.
La fast fashion, così come è concepita oggi, non è più sostenibile e richiede un cambiamento radicale.
Soltanto attraverso un impegno collettivo si potrà realizzare una moda più responsabile e rispettosa del pianeta.