Sarà inaugurata oggi, sabato 10 maggio alle 17.30 a Palazzo Leone da Perego a Legnano, “L’Essenza del segno”, la mostra antologica di Santo Nania curata da Dario Ferré, che traccia con un centinaio di opere, l’evoluzione del pensiero e della tecnica di un artista che ha saputo far convivere il rigore della tradizione figurativa con l’audacia dell’informale.
Entrambi i periodi della parabola artistica di Nania sono rappresentati nella mostra: il figurativo nelle due sale a piano terra del Leone da Perego, l’informale nelle sale al primo piano. Nato in Sicilia e legnanese di adozione, Nania è un autore che ha saputo trarre ispirazione da una varietà di fonti portando la pittura a un livello di introspezione emotiva che trascende la mera rappresentazione visiva.
“Con Santo Nania riprendiamo il percorso di valorizzazione degli artisti che vivono sul nostro territorio, proponendo una mostra personale che copre la parte più significativa del suo cammino artistico. Questa esposizione, oltre che un omaggio a un’attività pittorica di lungo corso, vuole anche sottolineare il forte legame che Nania ha con Legnano, dove ha per tanti anni insegnato e dato spazio all’arte con manifestazioni in cui si sono potuti esprimere molti giovani talenti”, commenta l’assessore alla Cultura Guido Bragato.
Come si legge in una presentazione della mostra, la sua ricerca artistica si sviluppa inizialmente all’interno dei confini della pittura figurativa, ma sarà successivamente l’adesione al linguaggio dell’informale a segnare la sua cifra stilistica. Il suo percorso trova spunti decisivi nei maestri Afro Basadella ed Emilio Vedova, due colonne portanti della pittura italiana del Novecento. Dal primo Nania attinge alla profondità poetica e armoniosa della sua tavolozza; una ricerca di un equilibrio emotivo che si esprime con delicatezza e misura. Dal secondo, invece, riceve l’influenza della forza del gesto e della potenza del segno, caratteristiche che diventano il suo linguaggio distintivo e che risuonano in tutta la sua opera.
Dal 1980 al 2000, la parte significativa del lavoro di Nania si concentra sull’esplorazione delle opere figurative, in cui la dimensione del segno e del colore prende vita attraverso forme riconoscibili, ma sempre reinterpretate dall’intensità emotiva dell’artista. Dal 2000, l’approccio di Nania si spinge sempre più verso la pittura informale, un periodo in cui il gesto, il colore e il segno sono liberi da ogni vincolo figurativo, aprendo nuovi orizzonti alla sperimentazione artistica. Questa transizione segna il punto di svolta di un linguaggio che si fa sempre più espressione diretta di un vissuto interiore, dove la materia pittorica diventa veicolo privilegiato per la trasmissione di emozioni primordiali.
La personale si potrà visitare fino al 25 maggio, a cura di Dario Ferrè. Orari di apertura: sabato e domenica 10-12.30, e 15-19. Ingresso libero.