Dopo la notizia del via libera alla realizzazione dell’impianto FORSU di via Novara a Legnano, per lo smaltimento della frazione umida della raccolta differenziata e la produzione di biometano, i cittadini si interrogano in questi giorni per capire cosa varierà nella nuova piattaforma, e per l’ambiente circostante, dopo la conversione da produzione di “biogas”, nel progetto originario, a produzione di “biometano”.
Nello specifico, il biogas è una fonte rinnovabile di energia, composta da una miscela di gas, più che altro metano già presente tra il 50 e l’80 per cento, che derivano dal processo di digestione anaerobica di materiale organico, il compost, vale a dire la frazione umida che si raccoglie a Legnano.
Il biometano è un gas che contiene prevalentemente metano (un atomo di carbonio e quattro di idrogeno: CH₄), e deriva da una fonte rinnovabile, come il biogas, che è sottoposto ad un trattamento di purificazione a freddo.
Meglio o peggio per l’ambiente? “Attendiamo di poter accedere alla documentazione e ai dettagli relativi al nuovo impianto, dopo che ne abbiamo fatto richiesta per avere un quadro completo di cosa ci aspetta, dal momento che non siamo mai stati d’accordo sulla sua realizzazione. E’ arrivato il momento di capire bene come sarà questa installazione e cosa comporterà come impatto sul territorio, sotto il profilo ambientale, salutistico, paesaggistico e della viabilità. Il biometano dovrebbe creare meno impatto perché è prodotto con un processo che dovrebbe essere più vantaggioso nell’insieme”, spiegano alcuni cittadini del quartiere Mazzafame vicini a via Novara.
Tra loro tanti ancora contrari all’impianto, che sarà costruito nel Parco dell’Alto Milanese, a ridosso di case, in vista dell’ospedale, lungo una strada che al momento non è fatta per supportare l’aumento di traffico che ne conseguirà.