Se alla parola Titanic, qualcuno dovesse pensare alla più grande tragedia di tutti i mari, sarà meglio che cambi film. Venerdì sera all’hotel Welcome di via Grigna è andata in scena la versione complottistica del Titanic, che faremmo meglio a chiamare Olympic. A tenere una relazione seguita da un folto e partecipe pubblico è stato lo scrittore Claudio Bossi, autore di ricerche sul gigante dei mari. Presentato dalla giornalista Maura Giunta, il relatore della serata ha proposto una serie di misteri piccoli e grandi, che sotto la lente d’ingrandimento preparavano il terreno alla gigantesca rivelazione. In sostanza, per Bossi, autore di un libro sui misteri del Titanic, ad affondare non sarebbe stato il Titanic stesso ma il suo gemello, l’Olympic, che era stato varato qualche tempo prima e si era usurato al punto giusto per inscenare il naufragio. Sì, perché come tutti i complotti che si rispettino anche quello dell’Olympic o Titanic, secondo Bossi, sarebbe stato orchestrato per fare cassa, giocando sulla vita altrui. Nella parte del grande burattinaio troviamo la compagnia White Star Line, costruttrice dei due transatlantici e bramosa di mettere le mani sul premio assicurativo plurimilionario che ne avrebbe risollevato le sorti finanziarie. Il tutto condito da altre suggestioni care a chi si diletti dei rovesci della storia ufficiale, compreso l’ordine economico mondiale, la creazione della Federal Reserve americana e l’ordine dei gesuiti. Tranquilli. Che i pezzi del mosaico non si incastrino perfettamente è parte del gioco. L’effetto deformante della lente di ingrandimento proposta da Bossi fa il resto e una fatalità, combinazione di sfortunate circostanze, diventa il colpo perfetto ai danni di chi si era bevuto la versione dell’iceberg e della buona fede del capitano, in realtà prezzolato per andarci a sbattere e misteriosamente ricomparso vivo e vegeto negli Stati Uniti, sotto falsa identità. A chi si diletti con questo genere di letteratura, quella del complotto, specifica dei nostri tempi postmoderni, troverà di che divertirsi anche con le prossime imprese dello scrittore Bossi, che si prepara ad un confronto serrato tra il caso del Titanic e quello della Costa Concordia, in compagnia del protagonista della seconda farsa, che non ha bisogno di complotti per riconoscersi tale: il valoroso capitano Francesco Schettino.
Carlo Colombo