Alcuni organi d’informazione locali riprendono oggi notizie riguardanti il futuro di Accam e preannunciano l’ipotesi che l’annunciata chiusura dell’impianto di Borsano possa slittare ben oltre il 31 dicembre 2017. Un rinvio dovuto agli esorbitanti costi di tale operazione che rischierebbe di portare al fallimento la società.
A tale proposito di ricorda che il 23 febbraio 2015 il Consiglio comunale di Legnano votò all’unanimità un atto di indirizzo relativo al futuro dell’impianto nel quale si deliberava di “richiedere all’assemblea di Accam di avviare con la massima urgenza un percorso di verifica finalizzato alla prefigurazione degli effetti che la chiusura dell’impianto potrà generare, sin dal 2015, sulla azienda Accam e sui bilanci dei comuni soci”.
E ancora. Di chiedere che lo smantellamento delle attuali linee di incenerimento con l’aggiunta di un impianto di selezione rifiuti, cioè la cosiddetta “fabbrica dei materiali”, e dell’impianto di compostaggio “possa essere oggetto da parte di Accam di specifico approfondimento tecnico-economico, finanziario-patrimoniale e lavorativo al fine di verificare nel dettaglio la sua effettiva praticabilità”.
A più di un anno di distanza da tale delibera, spiace dover constatare come i timori di allora si rivelino oggi più che fondati e smentiscano ipotesi di chiusura forse sbandierati senza adeguate verifiche.