Potrebbe essere stata trovata nelle scorse ore la soluzione al “mistero” delle carpe nel fiume Adda, all’altezza di Imbersago, in provincia di Lecco, che si stanno ammassando a riva nuotando senza più conquistare l’acqua alta.
Il comportamento anomalo delle carpe ha fatto scattare degli accertamenti e, dopo aver valutato che nell’acqua del fiume non ci sarebbero discolte sostanze tossiche o agenti inquinanti, i pesci in questione nuotano in massa per difendersi dai cormorani che le pescano. Esperti del Nucleo faunistico della Polizia provinciale di Lecco hanno eseguito alcuni sopralluoghi, nelle aree dove le carpe si radunano in branchi dove il fondale è più basso. La spiegazione del loro meccanismo di difesa reggerebbe: i cormorani sono arrivati in numerosi, quanto inattesi esemplari dalle località di mare, e pescano dove le acque del fiume sono profonde.
Per contenere i cormorani lungo il lago di Como e il fiume Adda ne sono già stati uccisi duecento.
Così il comportamento anomalo delle carpe risente dei cambiamenti climatici, come l’arrivo nel fiume di altre specie mai viste prima: pesci siluro e tartarughe americane. La carpa per salvarsi fa quello che può.