I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano hanno dato esecuzione ad un decreto di “amministrazione giudiziaria” a carico di una azienda operante nel settore dell’alta moda in quanto sarebbe ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo, nell’ambito del ciclo produttivo, vale a dire di caporalato.
In tale contesto, si è potuto accertare che la casa di moda affidi, attraverso una società in house creata ad hoc, l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori 2024 a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi.
L’azienda fornitrice può competere sul mercato soltanto esternalizzando a sua volta le commesse ad opifici cinesi, i quali riescono ad abbattere i costi ricorrendo all’impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché non rispettando i Contratti Collettivi Nazionali Lavoro di settore riguardo retribuzioni della manodopera, orari di lavoro, pause e ferie.
In particolare, sono stati controllati quattro opifici tutti risultati irregolari nei quali sono stati identificati 29 lavoratori di cui 12 occupati in nero, ed anche 9 clandestini sul territorio nazionale. Negli stabilimenti di produzione effettiva e non autorizzata è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in condizione di sfruttamento (pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri ecc.), in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione e informazione ecc.) nonché ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie precarie.
Pertanto, sono stati denunciati per caporalato e altro quattro titolari di aziende di origine cinese, nonché nove persone non in regola con la permanenza e il soggiorno sul territorio nazionale. Comminate ammende pari a oltre 80mila euro, e sanzioni amministrative pari a 65mila euro, quindi per quattro aziende è stata disposta la sospensione dell’attività, per gravi violazioni in materia di sicurezza e per utilizzo di lavoro nero.