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La stagione dei pomodori è alle porte ma manca ancora il giusto prezzo

(Foto di LoggaWiggler - Pixabay)

E’ ormai alle porte la stagione del pomodoro da destinare a pelati, polpe, passate, concentrati e sughi pronti, ma la mancanza di un accordo sul prezzo per la campagna 2024 costringe i produttori nella più totale incertezza. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel sottolineare che, al momento, non è ancora stata trovata un’intesa su quanto l’industria dovrà riconoscere agli agricoltori e sulle griglie di qualità.

“È urgente arrivare a definire quanto prima un contratto quadro con un prezzo di riferimento che sia giustamente remunerativo per le imprese agricole, secondo quanto previsto dalla normativa sulle pratiche sleali”, afferma Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia.

Come si legge in una nota di Coldiretti, la mancanza di un accordo non permette di affrontare con la giusta programmazione la nuova stagione, con gli agricoltori che devono già fare i conti con gli elevati costi di produzione, le incognite climatiche e le minacce internazionali a cominciare dai problemi legati al canale di Suez.

Tutto questo mentre alle frontiere si assiste a un continuo aumento delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese, non solo a livello nazionale ma ora anche negli altri Paesi Ue dove, nel complesso, in un anno sono praticamente raddoppiate. Si tratta di un prodotto che arriva da un Paese dove regole produttive, fitosanitarie, ambientali ed etiche non sono uguali a quelle italiane ed europee, che fa quindi concorrenza sleale.
Per questo è necessario che venga esteso a livello europeo l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro, oltre che adottare il principio di reciprocità delle regole Ue anche per i prodotti importati.

A rischio c’è un settore che in Lombardia produce circa 600 milioni di chili di prodotto ogni anno, coltivato su circa 8 mila ettari concentrati per oltre il 70% nelle province di Mantova e Cremona. A livello nazionale la filiera impegna complessivamente circa 7mila imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e occupa 10mila addetti, per un fatturato totale che ha raggiunto i 4,4 miliardi di euro”.

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