Sono scesi in piazza in tanti ieri, sabato 23 maggio, in numerose città italiane come a Roma, Milano, Bologna e Genova, insegnanti, famiglie, bambini e ragazzi, per chiedere la riapertura delle scuole il 2 settembre, dopo la sospensione a marzo per il Covid-19.
Riparte tutto, perché non la scuola? La domanda principale posta al Governo, a cento giorni da quello che potrebbe essere il ritorno auspicato sui banchi di scuola.
In una nota, per altro condivisa dal ministro all’Istruzione Lucia Azzolina, i rappresentanti della scuola chiedono la riapertura in sicurezza e in presenza.
La prossima settimana saranno diffuse le linee guida per il riavvio delle attività scolastiche, base di partenza per un nuovo “decreto scuola” che sarà confermato entro il 7 giugno. Il Comitato Tecnico Scientifico, preposto a gestire l’emergenza da Coronavirus, raccomanda per la scuola gli accessi scaglionati, la distanza tra i banchi, la mascherina indossata sempre.
Sul tavolo dei confronti tra il Governo e i sindacati, c’è poi la questione degli insegnanti precari, che divide sulla possibilità di indire degli esami, o passare alle assunzioni dirette, in base all’anzianità.