sabato, 8 Febbraio 2025
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La pioggia frena il mais lombardo: un terzo dei campi ancora da seminare

(Foto da Pixabay)

A causa delle piogge torrenziali degli ultimi mesi, in Lombardia sono ancora da seminare circa un terzo dei campi destinati a mais di primo raccolto. È quanto stima la Coldiretti regionale in base a un monitoraggio sugli effetti delle ripetute e recenti ondate di maltempo sul territorio.

In condizioni normali, come precisato dalla Coldiretti, in Lombardia le semine del mais di primo raccolto iniziano già nell’ultima decade di marzo. Questo significa che, ad oggi, in molte zone della regione si è accumulato un ritardo di due mesi sulle tradizionali tempistiche di lavoro. E anche chi ha già seminato, si trova ora a fare i conti con la necessità di dover ripetere le operazioni.

Inoltre accanto a quelle del mais, non sono ancora state effettuate neppure il 29% delle semine del riso e oltre il 60% di quelle della soia. Altro fronte aperto riguarda i prati per il fieno: gli sfalci sono in grande ritardo, soprattutto nei pascoli di montagna dove le operazioni sono di per sé più complicate. Una situazione che preoccupa gli allevatori che utilizzano il fieno come alimento per gli animali.

Come si legge in una nota, gli agricoltori si trovano in una condizione di incertezza che li costringe a rivedere l’organizzazione aziendale e la normale programmazione colturale. Bisogna decidere se concentrare la preparazione e la lavorazione del terreno inseguendo le finestre di bel tempo; se cambiare in corsa il tipo di coltivazione o se mantenere la stessa scegliendo però varietà di piante che maturano in meno tempo; se riseminare tutto laddove i terreni erano già stati lavorati.
Solo nei mesi di marzo e aprile, spiega la Coldiretti su dati Arpa, quest’anno in Lombardia sono caduti 324 millimetri di pioggia. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla tropicalizzazione, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo all’agricoltura che in Italia nel 2023 hanno superato i 6 miliardi di euro.

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