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“La piccola fiammiferaia”: la fiaba che insegna ad apprezzare le piccole cose

(Foto da web - Corrierino)

Ci sono dei libri, si sa, che non si può far a meno di aver letto. Ci sono delle opere per la loro generazione, che si devono assolutamente leggere per meglio capire come la nostra società è diventata quella che è oggi.

I libri e i romanzi che vanno letti almeno una volta nella vita sono molti e la scelta è molto personale. Titoli senza tempo che regaleranno tante emozioni, che esplodono nella mente del lettore rendendoli impossibili da dimenticare. Poi ci sono libri e romanzi che è un piacere leggere, scelti per sentito dire da altri, oppure per una pubblicità o una copertina la cui immagine colpisce in un modo particolare da non lasciare senza leggerli. Così in contrapposizione ci sono dei libri difficili da leggere: personalmente mi sono imbattuto in alcuni di questi ma dopo le prime dieci pagine mi hanno regalato emozioni.

Così scopro “La piccola fiammiferaia”, fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen pubblicata nel 1848.

Era la sera dell’ultimo dell’anno, nevicava fortissimo e faceva molto freddo. Una bambina per strada scalza e a capo scoperto, con i capelli imbiancati dalla neve che cadeva. Scalza perché quando era uscita di casa aveva le ciabatte della sua mamma, ma erano troppo grandi e le aveva perse attraversando le strade frettolosamente. Tentava di vendere fiammiferi, ma non ci riusciva perché la gente rifiutava i suoi fiammiferi rispondendole in malo modo.
La piccola sente freddo, piedi e mani sono viola, ma non vuole tornare a casa perché teme di essere picchiata dal padre per non aver guadagnato nulla. Si siede rannicchiata in un angolo della strada e per scaldarsi sfila un fiammifero dal mazzetto, lo sfrega contro il muro per accenderlo. La fiamma arde e lei ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una stufa, ma poi si spegne.

Ne accende subito un altro, e vede una bella tavola imbandita. Anche questo si spegne facendo sparire la tavola. Poi ne accende ancora uno, e subito vede un bellissimo albero di Natale tutto ben addobbato con tantissime candele che ardono, ma anche questo fiammifero si spegne. Questa volta le candeline salgono in cielo sempre più in alto fino a diventare stelle. Una di queste cade formando una lunga lingua di fuoco. Subito si ricorda della nonna, che le voleva tanto bene, le aveva detto che ogni stella cadente è un’anima che vola in Paradiso. Accende un fiammifero, e vede la nonna, le supplica di portarla con lei, e per paura che anche questo fiammifero si spenga, e la nonna sparisca, la bambina accende tutti i fiammiferi. La nonna prende la bambina in braccio e insieme si alzano in cielo nel chiarore. Ora non ha più freddo, nè fame, nè paura.

Il corpo della bambina senza vita è trovato la mattina seguente nella neve, con un sorriso in volto e un mazzetto di fiammiferi spenti. Ora tutti piangono la sua morte, nonostante il giorno prima l’avessero respinta bruscamente.

Senza dubbio non è una fiaba che mette di buon umore, ma insegna ad apprezzare le piccole cose e a rendersi conto che non tutti sono fortunati. La storia è ambientata nel periodo più frenetico dell’anno, quello natalizio, in cui la gente è presa dalle compere, dai regali dimenticando il vero spirito delle feste, l’altruismo.

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