Gesto simbolico ma grande quello compiuto ieri, sabato 18 maggio, allo stadio di Verona, da Papa Francesco presente parlare di pace: rimarrà nella storia e farà il giro del mondo l’abbraccio tra il Pontefice, un giovane israeliano ed un giovane palestinese. I due sono testimoni del conflitto tra Israele e Palestina, e da ottobre scorso hanno perso i propri cari ma sono rimasti amici: a Maoz Inon, israeliano, sono stati uccisi i genitori da Hamas, mentre al palestinese Aziz Sarah l’esercito israeliano ha ucciso il fratello.
L’abbraccio è stato colto dal folto pubblico dell’evento “Arena di Pace” con un grido di gioia.
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati anche i temi della giustizia, delle migrazioni e dell’inclusione, dell’ambiente, del lavoro, della dignità delle persone, partendo dalla pace.
“Davanti alla sofferenza di due popoli, non si può dire nulla. Loro hanno avuto il coraggio di abbracciarsi. E questo non solo è coraggio, è testimonianza di volere la pace, ma anche è un progetto di futuro: abbracciarsi”, ha detto Papa Francesco. E ancora: “La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. Non seminiamo morte, distruzione, paura. Seminiamo speranza”.