lunedì, 17 Marzo 2025
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“La mia storia nella storia”: un libro come un enorme cassetto di memorie

(Foto Mondadoristore)

E’ uscito da pochi giorni nelle librerie il nuovo libro scritto da Papa Francesco, che si intitola “La mia storia nella storia”, edito da Harper Collins, catalogato come genere nelle “storie vere”. Il libro, che si fa leggere velocemente, può essere paragonato ad un enorme cassetto, dove sono riposte e raccolte le memorie di una vita, in questo caso di Jorge Mario Bergoglio.

Papa Francesco racconta la sua vita, tenendo il lettore incollato al libro, regalando i suoi sguardi agli eventi che sono accaduti e che hanno forgiato la storia degli ultimi ottant’anni. Il Papa ha raccontato con parole semplici l’emigrazione dei “nostri nonni” in Argentina, la Seconda Guerra mondiale, lo sterminio degli ebrei, la bomba atomica sganciata su Nagasaki, il crollo del Muro di Berlino, passando per la sua scelta di farsi prete.

Gli eventi citati sono soltanto alcuni di quelli che si trovano nel libro, che con gli altri hanno segnato l’umanità, che a sua volta si è intrecciata con la vita del “Papa della strada”, misti ai suoi ricordi di ragazzo, alla vocazione, al conclave fino al Soglio di Pietro del 13 marzo 2013.

Interessante il capitolo dedicato alle dimissioni di Benedetto XVI, quando la notizia, che aveva dell’incredibile, rimbalzò su tutti i social, radio, tv con edizioni speciali. Poi il mondo ricorda la prima apparizione di Papa Francesco e i due Papi, seduti uno a fianco all’altro per l’inaugurazione della statua di San Michele davanti al governatorato, in Vaticano.

Un frase che colpisce in modo particolare è scritta sul retro della copertina: “Non va dimenticata la lezione più importante: possiamo rileggere la storia della nostra vita per far memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ci ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi, dobbiamo imparare ad amare”.

Un altro passaggio del libro raccomandabile è: “… il futuro dell’umanità che Dio ha creato dipende dalle scelte che faremo: gli uomini tornino ad abbracciarsi, tornino a parlare di pace, sedersi a un tavolo del dialogo o sarà davvero la fine”. Questo fa capire che il Pontefice, nonostante il periodo storico negativo, nutre ancora speranza nell’essere umano.

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