La volontà è una soltanto per tutti: che la storica fabbrica di Legnano non sia traferita in Brianza. Lo hanno ribadito nel corso di un incontro che precede quello del 12 gennaio con la proprietà della Franco Tosi Meccanica di Legnano, i rappresentanti delle forze sindacali, che si preparano a valutare, ma soprattutto a contrastare l’ipotesi del trasferimento della Franco Tosi a Burago Molgora, dove è già la sede della Bruno Presezzi, cui l’azienda legnanese appartiene.
Da tempo girano queste ipotesi di trasferimento che preoccupano i lavoratori e i sindacati, perché per Legnano lo stesso rappresenterebbe un vero danno.
Così Mirco Rota segretario della Fiom-Cgil Lombardia, con Renato Smeraldi, segretario della Fiom Cgil sezione Legnano con Massimiliano Preti e gli esponenti delle Rsu Diego Colombo e Maurizio Buson hanno cercato di fare il punto della situazione, anche in previsione del peggio.
Il trasferimento, del resto, non è previsto nell’accordo siglato dalla famiglia Presezzi al Ministero dello Sviluppo Economico. Anzi, il piano industriale quinquennale non soltanto non prevede il trasloco in Brianza, ma specifica la permanenza a Legnano della fabbrica oltre i cinque anni. Il punto su cui si focalizza l’attenzione dei sindacati, motivo di ulteriore disagio, è secondo il loro giudizio l’attuale mancanza di segnali da parte delle istituzioni, che non si esprimono davanti allo scenario della Tosi che potrebbe lasciare Legnano.
Al momento il lavoro non manca, con più commissioni, come quella di quattro impianti in fase di ultimazione, che saranno inviati a Mantova, a Ravenna, e in Iran. E se i risultati positivi ci sono, perché lasciare Legnano? L’incontro a breve con Presezzi servirà per chiarire i dubbi sul futuro della Tosi.
Ma i sindacati si preparano: se il trasferimento diventerà l’ipotesi peggiore, saranno messe in campo tutte le misure possibili per contrastare le decisioni dell’imprenditore.