martedì, 22 Aprile 2025
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LA DOMENICA DI SETTENEWS – Exploring new rocks: è ancora possibile fare esplorazione sulle nostre Alpi?

(Foto di Aatlas - Pixabay)

Si chiama Exploring New Rocks la nuova attività sportiva che punta a scoprire nuove vie sulle montagne. O meglio, nuove vie alpinistiche su roccia, come fa il gruppo nato recentemente all’interno della Scuola Guido della Torre del CAI di Legnano.

“Un gruppo di amici e istruttori di alpinismo della Scuola Guido della Torre, ha iniziato una attività esplorativa, per salire itinerari alpinistici mai percorsi prima continuando la tradizione delle nostre sezioni.
Questo gruppo, “New Rocks”, ha già salito nuove vie alpinistiche su roccia lo scorso anno”, come si legge in una nota che ha accompagnato una recente serata organizzata per presentare alcune di queste vie.
Nel corso dell’incontro si è parlato di avventure, paure, soddisfazioni: esperienze uniche che prova ogni alpinista rocciatore.

“La passione per l’apertura di nuove vie in montagna è qualcosa che ti rimane dentro, se ce l’hai.
Nessuna ripetizione di via esistente potrà mai regalarti le stesse sensazioni, neanche la più bella e difficile.
Un gruppo di amici e istruttori di alpinismo della Scuola Guido della Torre ha iniziato a mettersi in gioco nell’apertura di nuove vie, all’insegna della passione e della voglia di avventura, con l’intento di costruire esperienza. Questo gruppo, “New Rocks”, punta all’alpinismo più creativo, quello dell’individuazione di nuove pareti, nuovi itinerari, in poche parole all’esplorazione” (da gognablog.sherpa-gate.com).

I primi “apritori” raccontati dalla sezione di Legnano, sono stati Sergio Bellini (CAAI), Umberto Perissutti e Ignazio Piussi, Via del Pilastro al Piccolo – Mangart di Coritenza, nel 1963; seguiti da Andrea Sioli (CAAI), G. Ferrari, Via Ferrari-Sioli (Lele Vedani), alla Tofana di Rozes (I° Spigolo), nel 1969.

Poi ci sono state le prime vie aperte negli anni ’70, ’80 e negli anni ’90, anche quelle lungo le cascate di ghiaccio.

“Nella mia storia alpinistica purtroppo non c’è stato un maestro che mi abbia potuto aiutare in questo tipo di attività, che mi abbia portato con sé durante le aperture e rivelato i piccoli segreti che solo l’esperienza porta a metabolizzare.
Però, di fronte ad una sfida che anni fa mi ero trovato davanti agli occhi, involontariamente, avevo deciso di provare ed ero arrivato ad aprire la mia prima via, a 47 anni. Da allora sono seguite altre aperture, più o meno difficili, più o meno belle, alcune penso degne di nota.

Poco tempo fa mi è venuta l’idea di costituire un gruppo che avesse come principale obiettivo l’apertura di nuove vie. La novità sarebbe consistita nell’estensione della partecipazione in queste avventure ad altre persone scelte, principalmente (ma non soltanto) nuovi giovani istruttori della Scuola di Alpinismo Guido della Torre.
Se fare alpinismo, arrampicare, prevede una componente di pericolo non indifferente, ecco che aprire un itinerario nuovo esaspera questo aspetto e richiede di spendere parecchie giornate per ottenere, forse, il risultato”, spiega Walter Polidori, fondatore di New Rocks, rispondendo con una recente esternazione alla domanda iniziale: è ancora possibile fare esplorazione sulle nostre Alpi? Decisamente sì.

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