Sempre più emittenti radiofoniche stanno proponendo ai loro ascoltatori trasmissioni incentrate sulla diffusione di musica anni ’60, ’70 ’80, facendone un cavallo di battaglia persino quotidiano, per la gioia di numerosi estimatori.
Tornano così a sentirsi note dei brani che hanno caratterizzato la musica leggera, la disco music, la musica dei cantautori, quindi il genere inconfondibile degli anni ’80 e le prime suggestioni degli anni ’90: disco, funky, rock, punk, musica spesso nata dalle ceneri di melodie precedenti, come sempre accade nell’evoluzione stilistica di tutte le arti.
Ma perchè il successo di tali proposte radiofoniche basate sul revival? Chi le ascolta, dopotutto? Un pubblico giovane o i soliti nostalgici, oggi indicati come “boomer”, nati cioè negli anni del boom economico, vale a dire dal 1960, e almeno per un decennio in avanti?
Certamente ogni età ha la sua musica, quindi è facile pensare che tra qualche anno si ascolteranno ancora trasmissioni che riproporranno canzoni del passato, vale a dire quel passato che è il presente musicale dei nostri tempi. Perchè no?
“Il revival piace perchè ci stimola i ricordi. E’ la nostra vita, fatta anche di nostalgia, soprattutto dei tempi in cui magari siamo stati più felici, perchè più spensierati. La musica dagli anni ’60 agli anni ’90 non appartiene ai ragazzi di oggi ma ho l’impressione che sia una felice riscoperta anche per loro”, il pensiero di Rudy Neri, direttore artistico di Radio Delta International, che vanta ben due trasmissioni dedicate alla musica del passato, condotte rispettivamente ogni sera da Massimo Biggi e Nino Amoruso, e il sabato pomeriggio da Virgilio Lillo Cislaghi. Non a caso, comunque, conduttori felicemente boomer, o giù di lì.
E’ facile così pensare che il revival dei ragazzi di oggi sarà domani il genere rap o trap, secondo un ricorso naturale, storico e nostalgico insieme. “Ma certo! I ragazzi di oggi si emozioneranno anche loro un giorno riascoltando la musica che oggi gli appartiene, perchè gli stuzzicherà i ricordi”, commenta Neri.
Una riflessione ha senso anche a proposito degli strumenti che si utilizzano per ascoltare la musica: se i boomer di oggi a vent’anni ascoltavano la radio ed hanno vissuto la nascita delle cosiddette “radio libere”, gli stessi ne subiscono ancora il fascino, e molti di loro sono persino riusciti a possederne una, o a partecipare alla sua conduzione.
Gli strumenti per fruire della musica oggi sono diversi, si tengono in tasca, a portata di clic, personalizzabili, tra play list e canali nel web sempre pronti a diffondere musica a richiesta. Niente di più facile.
Cosa ascolteranno i ragazzi di oggi in futuro, e come? Comunque sarà, la musica sarà sempre capace di regalare emozioni? Crediamo di sì. Parola di boomer.