Una favola moderna, una Cenerentola del nostro tempo che ha saputo trasformare i sogni di bambina in realtà. Così Eva Grippa racconta Catherine Elizabeth Middleton nel libro “Kate, luci e ombre sulla futura regina”, edito da De Agostini.
Non una biografia quella narrata dalla giornalista Eva Grippa, ma un racconto del “dietro le quinte” di colei che sposando il principe William, erede al trono d’Inghilterra, è diventata la futura regina consorte. In occasione del suo 40esimo compleanno, il libro mostra la vita di Catherine, della sua ambiziosa famiglia, della squadra di professionisti che si occupa della sua immagine pubblica per accrescere quotidianamente il consenso del pubblico, regalandole un ruolo da “influencer speciale”, il giusto mix tra l’inarrivabile e la ragazza della porta accanto.
Ma è stato davvero tutto così semplice? Davvero William come il principe delle favole ha visto Kate e ha deciso di portarla al castello per vivere per sempre felici e contenti? Oppure la realtà è diversa? Quanto avrà dovuto faticare Kate per farsi notare e riuscire a destare l’interesse di William?
Quanto deve quotidianamente la principessa combattere con i tabloid cercando di non commettere alcun errore o sbavatura che la farebbe finire in prima pagina? Chi è davvero Catherine? La borghese della porta accanto che ha fiabescamente realizzato i suoi sogni o un’astuta calcolatrice?
Eva Grippa ripercorre i primi quarant’anni della donna che con grande determinazione è stata capace di integrarsi nella royal family, tenere a bada la stampa britannica che ha triturato chi l’ha preceduta, ed entrare di prepotenza nel cuore degli inglesi che prima di lei avevano amato profondamente la suocera Lady D, con la quale è spesso messa a confronto. Ma Catherine questo confronto lo regge quotidianamente e si avvia con tenacia a diventare la prima regina borghese della storia del Regno Unito, la prima regina laureata, la prima regina ad aver convissuto senza essere sposata, la prima ad aver lavorato e sfilato in passerella, peraltro in lingerie, segno che anche la monarchia più rigida d’Europa è destinata all’apertura e al cambiamento.