E’ successo nelle scorse ore in provincia di Verona: a due cittadini indiani, residenti a Cologna Veneta, la Guardia di finanza ha sequestrato i beni per circa 475mila euro, e bloccato l’attività, due aziende agricole, accusati di caporalato. I due avrebbero ridotto in schiavitù una trentina di lavoratori, loro connazionali, ai quali avrebbero promesso possibilità di rifarsi una vita all’arrivo in Italia, ponendoli invece in una condizione di sfruttamento estremo.
Ai due sono contestati anche la mancata assunzione regolare dei dipendenti, e l’evasione fiscale.
I lavoratori liberati hanno raccontato di aver dovuto pagare 17mila euro per ottenere il permesso di lavoro e quindi di arrivare in Italia. Una volta ingaggiati, i lavoratori sono stati costretti a lavorare di fatto senza alcuna paga, fino a dodici ore al giorno, domeniche comprese, a 4 euro l’ora trattenuti per pagare i 17mila.
I braccianti sono stati, di fatto, dai due caporali costretti a vivere in baracche fatiscenti, in condizioni igienico-sanitarie precarie, accompagnati nei campi ogni giorno per lavorare, caricati su camion, accovacciati tra le casse di frutta e verdura.
Ora sono stati portati in ambienti protetti, e per loro sono previsti percorsi di inserimento regolare nel lavoro, e nella società.