Si è concluso nelle scorse ore l’incidente probatorio, durato due mesi, per stabilire le cause del crollo della funivia del Mottarone, del 23 maggio del 2021, in cui morirono quattordici persone.
Più di un anno prima sarebbe stato possibile accorgersi dei segni di usura dei cavi traenti: la fune era logorata.
In sede di processo il dibattito si è acceso tra i consulenti a proposito dei tempi di rottura del cavo, ma sull’incidente si è espresso nei giorni scorsi anche un docente di Metallurgia e materiali non metallici e Tecnologie metallurgiche al Politecnico di Milano, intervenuto in aula ieri come consulente. Come riferito dall’ANSA, il docente ha spiegato che almeno un anno prima del cedimento si poteva vedere che “stava succedendo qualcosa”. Lo stesso ha eseguito dei test per dimostrare come la fune ha ceduto.
L’ultima udienza si è conclusa con un’ipotesi sulle stime dei risarcimenti alle famiglie delle persone decedute nello schianto della funivia, costituitesi quale parte civile. Circa 25 milioni di euro potrebbe essere l’importo totale del risarcimento, da suddividere. Di questa cifra, 10 milioni potrebbero essere messi a disposizione da Reale Mutua, che assicurava Funivie del Mottarone.