A causa della cementificazione e dell’abbandono, la Lombardia in poco meno di 40 anni ha perso oltre 150mila ettari di terreni agricoli, un’area praticamente pari all’intera superficie della città di Milano e della sua provincia. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite, oggi lunedì 5 giugno.
“Mentre la superficie agricola utilizzabile si è ridotta intorno al milione di ettari, nella nostra regione oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni secondo i dati Ispra, anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Uno scenario che fa il paio con quello nazionale dove nell’ultimo mezzo secolo la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, con il risultato che oltre nove Comuni su dieci in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie, aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra”, come si legge in una nota.
Secondo Coldiretti, il primo passo nella strada del recupero della capacità produttiva è lavorare sulle infrastrutture, e sull’innovazione partendo dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua e combattere la siccità. Necessario anche investire sulla digitalizzazione delle campagne con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti.