Mentre nello scenario politico mondiale numerosi Stati stanno lavorando per riportare la pace in Israele, proponendo tavoli di confronto che assicurino la fine dei combattimenti, anche “Medici senza frontiere” Onlus e Ong, l’organizzazione umanitaria internazionale ha chiesto nelle scorse ore che cessi il fuoco a Gaza.
Gli attacchi massicci stanno rendendo impossibile portare aiuto alla popolazione colpita, e nemmeno gli operatori di Msf riecono più a lavorare in sicurezza, a causa degli attacchi diffusi, in particolare quelli che hanno colpito in questi giorni anche gli ospedali e i mezzi di soccorso, uccidendo anche tanti medici.
L’emergenza è diventata tale da non dare tregua al personale e ai volontari di “Medici senza frontiere”, e sul fronte sanitario la situazione peggiora ogni giorno, con la progressiva diminuzione delle scorte di farmaci e dei prodotti necessari per le medicazioni e per cure dei tanti feriti, nei bombardamenti diventati costanti.
“Gli ospedali funzionano a malapena. Le scorte di medicinali si stanno esaurendo. È molto pericoloso: bombardano tutto il giorno. Non sappiamo cosa succederà domani e dove saremo”, ha detto Mohammed Abu Mughaiseeb, vice coordinatore medico MSF a Gaza.
Come si legge in una nota di Msf, “Nessun luogo è sicuro. Circa 2,2 milioni di persone intrappolate nella Striscia di Gaza, sotto bombardamenti continui e indiscriminati. Sia che cerchino di scappare o che restino in casa: sono in pericolo di vita. Manca tutto: ripari, cibo, energia, carburante, acqua pulita”.
All’appello dei medici si aggiungono in queste ore anche quelli di altre organizzazioni e compagini pacifiste che chiedono il rilascio dei bambini rapiti da Hamas.