Il vino fa buon sangue, dicevano i nonni. Il vino oggi, quello buono, italiano e assunto nelle giuste misure, sembra aver aiutato a mantenere l’ottimismo, nelle settimane peggiori dell’emergenza per il Coronavirus.
Come risulta da una ricerca condotta dall’associazione “Donne e qualità della vita“, guidata da Serenella Salomoni, il vino ha avuto, ed ha, un effetto terapeutico a livello psicologico che, sebbene possa sembrare scontato, è risultato un toccasana contro lo stress da pandemia.
Il vino, che scientificamente aiuta il mantenimento del colesterolo nel sangue a livelli bassi, ha avuto effetti benefici sull’umore, favorendo atteggiamenti fiduciosi nei confronti delle difficoltà.
Lo studio è stato realizzato su un campione di seicento persone, uomini e donne tra i 25 e i 65 anni, che hanno ammesso di avere ottenuto, grazie al consumo responsabile di vino, una visione più positiva verso il futuro.
Del resto, proprio nei mesi del lockdown, il buon cibo e le bevande hanno avuto una funzione indubbiamente consolatoria e confortante, anche se consumati a casa, nelle ristrettezze imposte dalla situazione emergenziale.
Un’indagine di mercato ha rilevato anche che al primo posto sono saliti l’acquisto e il consumo di vini italiani, proprio mentre il settore aveva lanciato i propri appelli per una pronta ripresa della produzione, avendo a che fare con materie prime degradabili se non opportunamente e puntualmente trattate.