Quando finalmente, dopo urla e spintoni, li hanno lasciati parlare, gli studenti che ieri hanno invaso l’aula magna dell’Università Bocconi di Milano, dove si stava tenendo la cerimonia dell’avvio del nuovo anno accademico, hanno detto la loro sull’alternanza scuola-lavoro, esprimendo tutta la contrarietà possibile al progetto.
Gli studenti che hanno forzato l’ingresso della sala per partecipare all’inaugurazione della stagione didattica, si sono rivolti al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, portando un’istanza sulla pratica dell’alternanza scuola-lavoro che a loro giudizio rappresenta un fallimento, tra sfruttamento dei giovani studenti, mancato raggiungimento degli obiettivi, perdita di tempo per tutti, nonché causa di avvilimento generale.
Da quando l’alternanza è partita molti studenti hanno denunciato la sua inutilità, e per due ragioni precise: o i ragazzi non sono stati messi nelle condizioni di lavorare, seguire un progetto e imparare qualcosa, oppure al contrario sono stati sfruttati, abusando del loro tempo e della loro disponibilità. In entrambi i casi mandati allo sbaraglio, senza tutele, né da parte della scuola, né da parte dello Stato.
Il ministro Fedeli ha promesso maggiore controllo e qualità, mentre il rettore della Bicocca Cristina Messa, ha sottolineato l’importanza di ascoltare gli studenti.