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Il sindaco di Legnano e l’assessore alla Città futura scrivono una lettera aperta per fare chiarezza sulla ex Manifattura

(Foto da FB - Salviamo la Manifattura)

In seguito ai dibattiti che si sono aperti in città relativamente ai progetti di recupero che stanno interessando il complesso della ex Manifattura di Legnano, con anche una raccolta di firme per tutelarne l’integrità a fronte di paventate demolizioni, il sindaco Lorenzo Radice e l’assessore alla Città futura, Lorena Fedeli, hanno deciso in queste ore di pubblicare una lettera aperta per fare chiarezza sulle intenzioni dell’Amministrazione comunale.

La nostra visione sulla Manifattura nasce non oggi con il PGT, ma ben tre anni fa quando, in campagna elettorale, abbiamo inserito tra i punti qualificanti del programma amministrativo l’idea di conservare e dare nuova vita all’ex fabbrica inventando il nome di “ManiFutura”. Con quell’idea abbiamo proposto sin da allora una conservazione vera, come successo per l’ex Cantoni. Grazie a questa posizione netta e chiara, rimasta tale nel tempo, l’acquirente dell’area ha saputo fin da subito con certezza l’intenzione dell’Amministrazione di conservare quel luogo simbolo della città, e di farlo a partire da quanto dice l’autorità in materia, ossia la Soprintendenza. Ricordo, infatti, che abbiamo sollecitato noi tale istituzione affinché si esprimesse. E così, nel gennaio 2021, dopo anni di attesa, è stata fatta chiarezza sui vincoli dell’ex complesso industriale.

Quelle indicazioni sono state da noi puntualmente riportate sulla scheda di piano della proposta di PGT. Serve forse qui chiarire ai non addetti ai lavori che una scheda di piano NON è il progetto dell’area, come invece si sta erroneamente facendo credere. Sarà la proprietà, infatti, e solo la proprietà, a presentarci una proposta progettuale che dovrà tenere conto dei vincoli indicati dalla Soprintendenza: edifici da conservare, funzioni da mantenere, spazi inedificabili. Il fatto che su due edifici la Sovrintendenza non abbia posto il vincolo non significa che questi dovranno necessariamente essere abbattuti. Il progetto dovrà essere sottoposto al benestare della Soprintendenza stessa, che dovrà quindi ulteriormente esprimersi sulla sua bontà complessiva”, si legge nella comunicazione.

Tre i fattori fondamentali, per gli amministratori, chiamati in causa dalla questione urbanistica: la visione, gli obiettivi pubblici e la sostenibilità. “ManiFutura guarda a un luogo in cui il passato e il futuro della città devono convivere in un mix di funzioni che vanno dalla sede centrale della biblioteca diffusa a spazi espositivo-museale, dalla formazione ai laboratori, dal commercio al coworking; tutti elementi, questi, per i quali esiste in città interesse, condivisione e attesa. Per quanto attiene alla sostenibilità: un progetto come questo non può essere affrontato dal Comune in solitaria, ma richiede, per forza, di confrontarsi col privato e i suoi legittimi obiettivi, indirizzandoli verso l’interesse pubblico di tutela del bene e di sviluppo dell’area. Nel quadro degli obiettivi pubblici del progetto ManiFutura, prima richiamati, va letta la possibilità per il privato di realizzare residenze, commercio, ma soprattutto di dotare la città di altri mix funzionali (per esempio combinando pubblici esercizi, ristorazione, servizi per le imprese, uffici, spazi per formazione) utili a rendere tutta l’area un nuovo centro aperto durante tutto il giorno.

Qual è l’alternativa se non si trova un virtuoso punto di incontro? Semplicemente e tristemente che non si faccia nulla e che la Manifattura resti così com’è: chiusa ormai da 15 anni e con il rischio concreto, trascorrendo altro tempo, di diventare un buco nero nel cuore della città”.

Come assicurato da sindaco e assessore, “Oggi il progetto non esiste, nonostante quello che dice chi parla di un grattacielo da venti piani e raccoglie firme per opporsi alla sua realizzazione. Chi parla di edifici di importanza storica da abbattere e grattacielo da costruire ha in mano qualche reale progetto? Vogliamo rivolgerci seriamente a tutti coloro che sono interessati al futuro di quest’area strategica per la città: tra qualche giorno doteremo Legnano di un nuovo documento di piano; grazie a questo potrà finalmente arrivare un vero progetto e allora potremo parlare di ManiFutura. Fino a quel momento saranno solo chiacchiere, buone a distrarci dal tema vero: il PGT e le sue innovazioni a vantaggio della trasformazione della città”.

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