Non convince i sindacati il nuovo DEF, il Decreto economia e finanza firmato in questi giorni dal governo Meloni, così che le sigle CGIL, CISL e UIL, con i loro rappresentanti si sono dette pronte alla mobilitazione su tutto il territorio nazionale.
Il nuovo decreto è stato giudicato “inadeguato ai bisogni del Paese”, una sorta di occasione mancata per il rilancio vero, con una serie di capitoli mancanti, a proposito delle pensioni, della lotta all’evasione fiscale, delle politiche per l’inclusione. L’unico intervento accettabile è la riduzione del cuneo fiscale, per come hanno commentato il DEF i sindacati in maniera pressocchè univoca.
“Mancano risposte strutturali per limitare i prezzi, sostenere i redditi da lavoro e pensione anche attraverso la via fiscale, e per sostenere la coesione sociale attraverso politiche per l’inclusione. Il superamento della legge Fornero è rimandato per l’ennesima volta. Non ci sono risorse. Il nostro giudizio non può che essere negativo”, ha commentato la vice segretaria generale della CGIL, Gianna Fracassi, durante l’incontro sul DEF davanti alle commissioni congiunte di Camera e Senato.
Per la CISL il DEF “sembra un documento troppo difensivo, che non aiuta a far agganciare al Paese la sfida della ripartenza, mentre ci saremmo aspettati, vista l’attuale congiuntura, una spinta più decisa ed espansiva utile a un recupero maggiore della crescita”, come ha detto il segretario confederale della CISL, Ignazio Ganga, chiedendo chiarezza.
Il Def “è una occasione mancata per dare una risposta ai problemi del Paese, a cominciare dal promuovere una crescita sostenuta e stabile dell’economia. Non c’è una strutturazione sul taglio del cuneo fiscale di 5 punti, da operare adesso per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti e tutelarli dall’inflazione”, ha commentato il segretario confederale della UIL, Domenico Proietti, parlando di “un testo complessivamente sbagliato, all’insegna dell’austerità che elude le emergenze”; un testo che ignora le richieste e le rivendicazioni avanzate dai sindacati.
Così per i sindacati non rimane che la via della mobilitazione unitaria, con iniziative a Bologna, Milano e Napoli, per richiamare il governo al rispetto degli impegni assunti durante la campagna elettorale. “Andremo in piazza, dunque, per ricordare che c’è un Paese che soffre, e per chiedere che sia restituita centralità e dignità al lavoro”.