Si è svolta nelle scorse ore a Milano, in corso Monforte, una protesta organizzata dai titolari e dai gestori delle palestre e delle piscine, chiuse come altre realtà produttive da tanti mesi, per l’emergenza sanitaria in corso.
Una delegazione, in rappresentanza del mondo sportivo, ha ottenuto un colloquio con il Prefetto Renato Saccone, per illustrare i disagi di un settore che versa in grave sofferenza e che non vede la fine del tunnel in cui è precipitato.
I manifestanti hanno chiesto che il nuovo Governo si interessi alla loro situazione, approvando una riforma dello sport, utile a garantire il lavoro ai suoi operatori e far ripartire il settore, in sicurezza.
Secondo le anticipazioni del prossimo DPCM, sembra che palestre, piscine, centri sportivi, scuole di danza, frequentati da appassionati amatoriali, debbano attendere aprile per riaprire, con il rischio di non riuscire più ad attendere.
Il fatto che desta maggiore preoccupazione nel mondo dello sport, tra allenatori e sportivi, è il non aver ancora nominato un ministro incaricato di occuparsene, nella compagine guidata da Mario Draghi: segno di come lo sport non sia tra le priorità del Paese.
In tanti in piazza a chiedere la riapertura di palestre e piscine, nonché un vero interessamento per quei cittadini che dello sport hanno fatto la loro attività principale, e per tutti gli sportivi.
Ad allenarsi continuano soltanto gli atleti che praticano l’agonismo, ma dopo di loro chi ci sarà, se i bambini e i giovani non sapranno cosa significa amare e praticare uno sport, non avendo potuto frequentare i suoi ambienti?