La domenica a tavola è un rito, non si tratta soltanto di mangiare, ma di costruire momenti. Non è fretta, non è compromesso, è attesa, gesti misurati, sapori che parlano.
Il guazzetto di branzino con polenta bianca è tutto questo: la delicatezza del mare, il calore della terra, la semplicità che diventa eccellenza.
Non è un piatto per stupire con effetti speciali, ma per convincere al primo assaggio.
Il branzino, leggero e ricco di proteine di alta qualità, porta con sé Omega-3 e minerali preziosi.
Il guazzetto, con la dolcezza acidula del pomodoro, equilibra il sapore delicato del pesce, mentre la polenta bianca, morbida, avvolgente, completa la struttura con carboidrati complessi, energia pulita, digeribilità perfetta.
Un piatto che si regge da solo, ma che si può completare senza strafare.
Un contorno di radicchio alla griglia per un tocco amarognolo, un’insalata di finocchi e agrumi per freschezza e croccantezza.
E per concludere?
Un dolce essenziale, senza eccessi: sorbetto al limone, mousse al pompelmo, una fettina di torta soffice al mandarino.
La ricetta
Ingredienti per la polenta:
500 g di acqua salata
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
200 g di farina bianca
Per il guazzetto:
40 g di cipolla bianca, tagliata in quarti
30 g di olio extravergine d’oliva
400 g di polpa di pomodoro
Un pizzico di zucchero
Sale q.b.
300 g di filetti di branzino, tagliati a mano
Portare a bollore l’acqua con l’olio. Versare la farina a pioggia, mescolando con una frusta per evitare grumi. Cuocere a fuoco basso, mescolando, fino a ottenere una consistenza vellutata.
Successivamente, scaldare l’olio per il guazzetto e far appassire la cipolla fino a renderla trasparente.
Aggiungere la polpa di pomodoro, un pizzico di zucchero per equilibrare l’acidità, salare e lasciar cuocere dolcemente fino a ottenere un sugo denso e profumato.
Aggiungere il branzino tagliato a coltello e lasciar insaporire pochi minuti, giusto il tempo di renderlo morbido, quasi setoso.
La polenta fumante accoglie il guazzetto come una tela bianca che si riempie di colore.
Il pane a lato, perché la scarpetta è un diritto.
Il resto è il tempo che si ferma, il piacere di un piatto costruito con cura, l’equilibrio tra ingredienti che si parlano.
È domenica, non c’è posto per la fretta.