Si riunirà per la prima volta giovedì 11 maggio la Commissione di allerta rapida sui prezzi, nata a marzo con la conversione in legge del decreto Trasparenza.
Sul tavolo dell’incontro il prezzo della pasta, che a marzo ha fatto registrareun aumento del 17,5% rispetto all’anno scorso, proprio quando si è confermata la riduzione del prezzo della materia prima e la variabilità dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione.
“Il nostro intento è riattivare quanto prima la Commissione sperimentale nazionale per il grano duro, non escludendo di procedere alla costituzione di una Commissione Unica Nazionale, per rafforzare il dialogo tra gli attori della filiera e per la formazione di un prezzo condiviso a livello nazionale”, ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che settimanalmente monitora le quotazioni del grano contro la speculazione che “è la prima cosa da contrastare”.
Sul costo in aumento della pasta, Coldiretti commenta che si tratta di “un’anomalia su cui è bene fare chiarezza”. Come si legge in una nota di Coldiretti, “il grano duro per la pasta è pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo, ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre il prezzo della pasta è aumentato circa il doppio dell’inflazione”. D’accordo sulla necessità di riunire la Commissione anche le associazioni dei consumatori, Codacons e Assoutenti.