Dopo anni di negoziati, gli Stati membri dell’ONU hanno raggiunto sabato scorso un accordo per la protezione dell’Alto Mare, area a rischio ambientale.
Più precisamente, come spiegato da fonti vicine alla vicenda, l’Alto Mare è quella porzione di mare che si trova oltre la ZZE, la Zona Economica Esclusiva nazionale, a più di 200 miglia nautiche dalle coste, e occupa circa due terzi dell’oceano. Una sorta di “terra di nessuno”, o meglio di mare definito “acque internazionali”, al di fuori delle giurisdizioni nazionali, in cui tutti gli Stati hanno il diritto di pescare e navigare.
L’Alto Mare ha bisogno di protezione e attenzione: responsabilità che nessun governo finora si è assunto, mentre si tratta di una vasta porzione di oceano che ricopre un ruolo vitale sostenendo la pesca, essendo habitat ideale di numerose varietà ittiche, area di grande importanza anche per mitigare le ricadute dellla crisi climatica.
Il nuovo accordo mette finalmente l’ONU di fronte alla necessità di proteggere un ecosistema a rischio di estinzione.