Gaia Padovani, 34 anni è la prima studentessa non vedente a conseguire una laurea in Medicina in Italia. Ha scelto la specializzazione in psichiatria, ma a causa di una serie di impedimenti burocratici oggi rischia di non poter completare la specializzazione, iniziata due anni fa all’Università “La Sapienza” di Roma.
Nel 2019 il Ministero dell’Università non ha garantito alla studentessa gli strumenti necessari a svolgere completamente il test di selezione, tra cui un “tutor” che la seguisse nel corso della prova e questionari privi di grafici ed immagini, quindi Gaia Padovani, che nel frattempo si è guadagnata anche una borsa di studio, è stata costretta a fare ricorso al TAR del Lazio e successivamente, dopo l’intervento del Consiglio di Stato, è stata ammessa alla specializzazione.
A due anni di distanza dalla sentenza però, il Ministero per l’Università, con una sentenza dello stesso TAR, chiede che la Padovani si sottoponga nuovamente al test d’ingresso, prova da ripetersi il prossimo 4 novembre: avviso che, oltretutto, le è stato recapitato con soltanto venti giorni di preavviso. Gaia Padovani è molto apprezzata e ritenuta un’ottima studentessa per l’Istituto di Psichiatria dove si sta specializzando, che ne ha spesso tessuto le lodi, e a cui sarebbe negata una più che valida risorsa.
Si tratta di un caso attualmente unico in Italia, ma che pone molti dubbi sul futuro degli studenti con disabilità, che rischiano di restare intrappolati nelle pesanti maglie della burocrazia, vedendo così in bilico il proprio diritto allo studio. Come commentano in tanti, vicini alla vicenda di Gaia Padovani, in un momento storico in cui si è fortemente evidenziata la carenza del sistema ospedaliero in tutto il Paese, e in cui si percepisce la necessità di sancire ad ognuno i propri diritti civili, un caso come questo rischia di rappresentare una sconfitta per l’intero sistema.
S. R.