Sono giorni di particolare apprensione per i lavoratori di FedEx e TNT, le note aziende di spedizioni, specializzate nelle consegne “espresse”, le cui direzioni hanno deciso di fondersi, originando però un esubero nel personale esistente di quasi quattrocento dipendenti.
Nel piano di riorganizzazione non c’è posto per loro, nonostante i bilanci siano più che positivi.
Nessuna crisi, nessuna difficoltà nell’attività, ma dall’acquisto di TNT da parte di FedEx avvenuto nel 2016, il piano di fusione contempla 361 esuberi in tutta Italia, dove dovrebbero chiudere ventiquattro filiali operative FedEx su trentaquattro presenti, mentre per TNT si prevede la dismissione di due centri per la gestione e lo smistamento delle consegne. Manovre che si traducono in una procedura di licenziamento collettivo per 315 lavoratori FedEx e per 46 lavoratori TNT, senza contare i licenziamenti “mascherati” dietro un centinaio di annunci di trasferimento in altre sedi, impossibili da accettare per molti lavoratori.
La vicenda è già nelle mani dei sindacati, delle sigle FiltCgil, FitCisl e Uiltrasporti.
Le difficoltà sembrano essere cominciate per FedEx dalla fusione con TNT, sebbene proficua per molti aspetti. Gli stessi lavoratori sono certi che sia possibile guardare a diversi modelli di sviluppo, senza ledere i lavoratori.
In Lombardia sembrerebbero a rischio alcuni dipendenti delle sedi FedEx di Cernusco sul Naviglio, Ornago e Concorezzo; quindi di FedEx a Malpensa e di TNT a Peschiera Borromeo.