Se in queste settimane stanno scarseggiando nelle farmacie alcune tipologie di farmaco, per svariate ragioni legate anche al contesto internazionale, dove sono recuperati spesso i principi attivi per realizzarli, e come spiegato dall’AIFA, l’Agenzia italiana del Farmaco, il mercato dei farmaci equivalenti rimane pressocché ignorato ed evitato in Italia, mentre potrebbe efficacemente risolvere la carenza di altri prodotti.
Secondo alcune ricerche, sarebbero proprio i medici a non prescrivere farmaci equivalenti, o meglio, a proseguire nell’abitudine di indicare nelle ricette i marchi delle medicine e non i componenti. Scrivere “Paracetamolo” equivarrebbe a scrivere “Tachipirina”, e se questa marca non è disponibile in farmacia, può essere sostituita da un preparato equivalente.
Secondo i dati di Egualia, che rappresenta i produttori di generici, su dati Iqvia i generici rappresentano soltanto il 30% del mercato (al Nord il 38%) contro una media europea che supera il 50%. L’Italia sta rimanendo indietro.