Dopo aver ottenuto il pagamento dei danni indiretti subiti anche dagli allevamenti avicoli biologici, erroneamente esclusi dai risarcimenti previsti per i focolai di influenza aviaria del 2022, Coldiretti prosegue nel suo impegno per fornire assistenza ai soci allevatori.
La nuova epidemia rappresenta una sfida cruciale per l’avicoltura italiana, ma l’esperienza maturata e la collaborazione tra allevatori ed autorità sanitarie veterinarie stanno consentendo oggi una gestione efficace dell’emergenza.
Per questo, come si legge in una nota, Coldiretti ha rinnovato il suo appello per l’introduzione del vaccino per le categorie più sensibili come le galline ovaiole e ha chiesto di accelerare la messa a punto di un vaccino efficace per i tacchini.
Questi strumenti, insieme alle misure preventive già in atto, sono indispensabili per limitare la diffusione del virus e garantire la sostenibilità del comparto. In Veneto alla fine del 2024 si contano 2800 allevamenti avicoli e 49.811.717 capi, di cui quasi 16 milioni di galline ovaiole, 26 milioni di polli da carne e 5,3 milioni di tacchini da carne.
“Prevenzione, monitoraggio costante e interventi tempestivi sono fondamentali per preservare un settore strategico e ridurre ogni possibile rischio. L’influenza aviaria è un fenomeno complesso, reso ancora più critico dai cambiamenti climatici che vanno a modificare il comportamento migratorio dei selvatici che sono i vettori della malattia. Grazie al lavoro di squadra consolidato in questi anni con le autorità preposte possiamo affrontare le difficoltà e garantire un futuro sostenibile alla nostra avicoltura”, afferma Cristina Zen, allevatrice nel vicentino di tacchinelle bio alla guida della Consulta Veneta Avicola di Coldiretti.
L’influenza aviaria non è soltanto una questione sanitaria, ma rappresenta una minaccia per l’economia italiana e per un comparto che contribuisce in maniera significativa alla sicurezza alimentare del Paese con un livello di auto approvvigionamento intorno al 108%.