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Ecco “Per me questo non è un gioco”: AISLA lancia il suo nuovo video manifesto

Anna da grande sogna di diventare una chef e aprire un ristorante, lo racconta al suo papà mentre cucina. ”Per me questo non è un gioco” è il nuovo video manifesto di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, è una fotografia della vita quotidiana dei figli di un genitore affetto da SLA, bambini che sono dovuti crescere un po’ più in fretta, confrontandosi con la malattia, ma che non devono rinunciare a inseguire i loro sogni.

Il video manifesto è stato presentato questa mattina, mercoledì 17 marzo in diretta online, sui canali Facebook e YouTube di AISLA, con l’intervento del Segretario Nazionale AISLA Onlus Alberto Fontana, il testimonial e consigliere RonRosalino Cellamare; Andrea Azzolini, Arianna Formilli, Riccardo Bertoldi Roverotto e Silvia Borri gli studenti dello IED Milano che hanno realizzato il video per Spot School Award organizzato da CREATIVIsiNASCE, i rappresentati della Giuria dello Spot School Award 2020 e Paolo Zanini, papà affetto dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica che ha inconsapevolmente ispirato il progetto.
A presentare, il noto speaker radiofonico Davide Briosi, meglio conosciuto come Brio.

“Ogni bambino ha il diritto di sognare, anche quando convive con un genitore affetto da una malattia ingombrante come la SLA. Anche per le nostre famiglie è importante garantire opportunità di crescita ai propri figli, come l’iscrizione a una scuola di calcio o di danza, la partecipazione a una vacanza studio, l’acquisto di materiale scolastico. Ecco perché uno degli impegni dell’Associazione è proprio quello di sostenere le necessità dei ragazzi, sia dal punto di vista psicologico che pratico, per consentire loro di continuare a credere nei sogni”, spiega Ron, testimonial e consigliere di AISLA.

Dal 2018 AISLA, attraverso gli psicologi del GipSLA (Gruppo psicologi SLA) in collaborazione con la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, sostiene il Progetto “Baobab”. Il primo studio al mondo, possibile grazie all’alleanza tra AISLA e Fondazione Mediolanum Onlus, focalizzato sui bambini e i preadolescenti con un genitore colpito dalla SLA, finalizzato a comprendere a fondo in che modo la presenza della malattia possa incidere psicologicamente sulla crescita e lo sviluppo dei ragazzi e a individuare soluzioni per aiutare le famiglie a seguire i figli nel modo migliore in una situazione di così grande difficoltà.

“Quando ho visto il lavoro realizzato da questi giovani professionisti mi sono: hanno saputo cogliere l’essenza di ciò che accade nella quotidianità di una famiglia che convive con una disabilità. Con semplicità e delicatezza si racconta il desiderio e il coraggio di continuare a esserci, a vivere pienamente il proprio ruolo nella società, così come all’interno della famiglia. Perché la voce di un genitore rimanga guida, a prescindere dalle proprie abilità e disabilità”, il commento di Fontana.

Proprio per valorizzare il ruolo genitoriale, AISLA ha scelto di lanciare il suo nuovo video manifesto nella settimana in cui si celebra la Festa del Papà, con lo spot che rappresenta anche la crescita che l’Associazione ha vissuto negli ultimi anni. Il focus dei progetti, infatti, si è ampliato, abbracciando l’intero contesto di vita delle persone con SLA, andando così a sostenere intere famiglie.

“Per me questo non è un gioco”, come il video manifesto che l’ha preceduto lanciato nel 2014, è frutto del lavoro di giovani talenti: lo spot è stato realizzato da Andrea Azzolini 23 anni, Arianna Formilli 24 anni, Riccardo Bertoldi Roverotto 23 anni e Silvia Borri 29 anni, studenti dello IED Milano. Lo scorso 20 novembre il progetto è stato premiato con «Argento Sezione TV» in occasione del XIX Spot School Award, il concorso organizzato annualmente dall’Associazione CreativisinascE, riservato esclusivamente a studenti di comunicazione e pubblicità che, dal 2001, focalizza l’attenzione di atenei italiani e stranieri sul mondo dell’advertising. A giudicare i lavori: Gerardo Sicilia, presidente di Spot School Award, Matteo Biasi di Aldo Biasi Communication, Elena Vettorato di Rai Pubblicità, Mauro Miglioranzi di Cooee Italia e Clara Camplani, giornalista e giurata per AISLA.

“Ci siamo incontrati un anno fa, lavorando insieme per questo brief, però, abbiamo avuto l’impressione di essere cresciuti insieme. In questo progetto abbiamo cercato di far emergere la parte migliore di noi: quella attenta, empatica, sensibile, che guardando al futuro intravede un mare di possibilità. Lo spot si basa proprio su questo. Il risultato finale, però, ha richiesto tanta ricerca sulla malattia, ha richiesto di parlare con le persone. Ci siamo posti l’obiettivo di raccontare una storia plausibile. Per questo abbiamo scelto di entrare in punta di piedi per scoprire un mondo che non conoscevamo, fatto di speranza e di cura. Il lato tecnico è stato inevitabilmente condizionato dal lockdown, però anche da distanti, abbiamo cercato di unire le forze, ognuno con le sue competenze”, raccontano i giovani autori del video.

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