C’è fermento all’Istituto Spallanzani di Roma dove sabato 26 dicembre arriveranno le prime 10mila dosi del vaccino anti Coronavirus, prodotto dalla Pfizer BioNTech.
E domenica 27 sono previste le prime somministrazioni, cominciando da cinque persone: un’infermiera della struttura sanitaria, un operatore socio sanitario, una ricercatrice e due medici, che saranno in assoluto i primi italiani a ricevere il preparato.
Le successive somministrazioni del vaccino proseguiranno su scala nazionale dalla metà di gennaio, mentre si calcola di riuscire a rendere immuni entro l’estate prossima, o comunque entro l’anno, altri 42 milioni di italiani.
Analoga attesa si registra nel resto dell’UE, per il “V-Day”, il giorno del vaccino che sarà, grosso modo, lo stesso per tutti i Paesi membri.
A proposito della cosiddetta “variante inglese” del Covid-19, che ha fatto ipotizzare la non efficacia del vaccino già pronto, dai laboratori è arrivata la rassicurazione che lo stesso sarà in grado di contrastare più mutazioni del virus, peraltro già avvenute anche nei mesi scorsi, come è naturale che sia.
Tuttavia, da Pfizer e Moderna, le due aziende produttrici dei primi vaccini autorizzati, è stato assicurato che saranno eseguiti dei test in più, a fronte della novità pandemica.