Sempre più drammatica la situazione degli sbarchi lungo le coste italiane di navi di migranti: nelle ultime 48 ore sono stati registrati più di 4mila arrivi, e il centro di prima accoglienza a Lampedusa ne sta ospitando 3mila, quando può contenerne soltanto quattrocento. La situazione è difficile e calda, e sembra anche che ci sia stato un naufragio con dei dispersi, ma l’episodio è ancora in corso di verifica.
A fronte della situazione sempre più complicata, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha aperto un tavolo di confronto con il guardasigilli Carlo Nordio, per accelerare i tempi di avvio del progetto di realizzazione, nei cosiddetti hotspot delle regioni in cui avvengono più sbarchi, vale a dire in Sicilia e in Calabria, la verifica veloce delle persone che arrivano, valutando in poco tempo le richieste di protezione. Chi non ne avrà diritto sarà espulso subito.
Il potenziamento della rete dei Centri di permanenza e la procedura accelerata di protezione internazionale fanno parte del decreto Cutro. Ai controlli preliminari devono seguire in tempi rapidi la collocazione dei soggetti richiedenti asilo, oppure il loro rimpatrio, pressocché immediato.
“Noi puntiamo a creare infrastrutture di trattenimento nei luoghi più prossimi alla frontiera, dove eseguire la valutazione della sussistenza dei presupposti per essere ammessi allo status di rifugiato, oppure essere destinati all’espulsione, assicurando comunque il rispetto di tutti i diritti della persona”, commenta Piantedosi.
L’ondata di arrivi degli ultimi giorni porta a 65mila il numero degli sbarchi dall’inizio dell’anno: il 135% in più rispetto ai 27mila dello scorso anno. Le misure già attuate dal Governo vietano i soccorsi multipli e spingono le ong in porti lontani.