Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato ieri, domenica 14 febbraio, in serata, l’ordinanza che rimanda al prossimo 5 marzo l’apertura degli impianti sciistici, attesa invece per oggi, lunedì 15 febbraio.
Il ministro ha recepito le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, che ha espresso di nuovo parere negativo allo svolgimento delle attività amatoriali sulle piste da sci, per una repentina inversione di tendenza dei dati dei contagi da Covid-19, soprattutto per la circolazione della variante inglese del virus.
Doccia fredda nelle località di montagna dove tutto era stato preparato, nei giorni scorsi, per l’avvio della stagione sciistica per tutti: famiglie, ragazzi, adulti, attirati anche da nevicate straordinarie in numerose località alpine.
Secondo il CTS rischiose non sono tanto le piste da sci quanto il contorno: i luoghi di incontro. Analoghe chiusure sono state già previste anche in altri Paesi europei.
Delusione e incertezza in montagna, dove i titolari delle attività sciistiche e degli impianti considerano ancora una volta frustrante questa situazione per loro, che hanno sostenuto fino qui costi enormi ogni volta che sono state annunciate le ripartenze, a dicembre, a gennaio, e fino allo stop di ieri. Adesso si attendono i “ristori” economici dal Governo che, dall’inizio della pandemia, alcuni gestori di impianti neve hanno dichiarato di aver ricevuto soltanto per il 6% del loro fatturato perduto.